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22/2/2023

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Il Fascismo
1. LA CRISI DEL DOPOGUERRA
1919 Conferenza di Pace a Versailles. Secondo il Patto di Londra, l'Italia avrebbe dovuto ottenere
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Il Fascismo 1. LA CRISI DEL DOPOGUERRA 1919 Conferenza di Pace a Versailles. Secondo il Patto di Londra, l'Italia avrebbe dovuto ottenere la Dalmazia e lasciare Fiume agli austro-ungarici. Di conseguenza, Orlando e Sonnino pretesero con forza il rispetto del Patto, cercando di ottenere però anche Fiume, secondo il principio di nazionalità. Gli alleati respinsero la richiesta, specialmente Wilson, che non era vincolato da nessun patto e voleva favorire la nascita della Jugoslavia, che rivendicava la Dalmazia in nome del principio di nazionalità. Per protestare, la delegazione italiana abbandona le trattative, per poi ritornare per non perdere quel poco che le veniva garantito ("vittoria mutilata"). Orlando si dimise e subentra Nitti, accusato di incapacità nel tutelare gli interessi nazionali. D'Annunzio decise di occupare Fiume nel 1919, dove vi rimase per circa un anno. Non ci fu resistenza e le truppe jugoslave abbandonano la città. Nitti decide di inviare truppe comandate da Badoglio, il quale sconsigliò l'azione armata. Intanto, la situazione a Fiume era caotica. A causa delle incertezze di Nitti, torna al governo Giolitti, che firma nel 1920 il Trattato di Rapallo: la Jugoslavia ottiene la Dalmazia, eccetto Zara all'Italia viene assegnata l'Istria Fiume diventa uno stato indipendente e libero Mussolini sostiene questo trattato "atto fratricida", ma riconosce che fosse l'unica soluzione possibile. CRISI ECONOMICA E LOTTE SOCIALI ASPETTI DELLA...

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Susanna, utente iOS

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Didascalia alternativa:

CRISI -elevato debito pubblico -svalutazione della lira e inflazione -conversione produzione industriale -controllo terra dei medi e grandi proprietari terrieri Mussolini "temeva" D'Annunzio: quest'ultimo non doveva diventare un "duce" alternativo. D'Annunzio però indicò uno stile che Mussolini- e altri- avrebbero imitato (es. le adunate). EFFETTI DELLA CRISI -aumento carico fiscale da parte dello Stato, che colpisce specialmente chi prende redditi fissi -crescente disoccupazione -classe operaia reclama miglioramenti economici e maggior potere in fabbrica -piccoli proprietari terrieri costretti ad affittare fondi da medi e grandi proprietari terrieri o lavorare come braccianti Le lotte social si fanno sempre più aspre; cresce l'adesione di operai ai sindacati: nascono CGL e CIL. Fu importante anche l'azione di Federterra, che porta all'occupazione di terreni non coltivati. I risultati: Aumenti salariali adeguati alla crescita dei prezzi Parziali redistribuzione delle terre incolte occupate Giornata lavorativa di 8 ore Nel 1919 don Luigi Sturzo fonda il Partito Popolare Italiano, che segna il coinvolgimento diretto dei cattolici italiani nella vita politica. Stava elaborando una nuova idea politica, il popolarismo, dove il popolo è il protagonista, che rifiuta il centralismo statale e ha un'ispirazione evangelica. L'idea del partito cattolico non trova l'adesione dei papi Leone XIII e Pio X (non expedit). II PPI prese una posizione di centro: Si differenzia dai socialisti non accetta critica alla proprietà privata e visione conflittuale di rapporti fra classi sociali Si differenzia dai liberali rimprovera la scarsa attenzione alla questione del decentramento del potere politico e disinteresse verso le condizioni di vita dei lavoratori Fu fondamentale l'aconfessionalismo: il consenso non viene più chiesto in base alla fede, ma a partire dalla condivisione di un programma di riforme sociali da attuarsi pacificamente. PPI= laico, non confessionale, costituzionale e non classista Sempre nel 1919 Mussolini fonda a Milano i Fasci di Combattimento, che si collocano a sinistra per radicali riforme sociali. Il manifesto politico si chiama programma di San Sepolcro. Presto però il movimento si caratterizza per l'aggressività e la violenza della loro condotta (incendiano "Avanti"). 2. IL BIENNIO ROSSO IN ITALIA Nel 1919 si tennero le prime elezioni col sistema proporzionale, dove il confronto si sposta sulle diverse liste del partito. Ebbero la meglio il Partito Socialista e il Partito Popolare. Queste elezioni non seppero dare stabilità al paese, tantomeno la nascita di maggioranze omogenee. L'unica possibile era quella tra liberali e popolari contro il fascismo. Nel 1920 la protesta degli operai passa all'occupazione delle fabbriche. Questo movimento fu però incapace di estendersi ed era privo di idee strategiche per rovesciare lo stato. Tra i gruppi rivoluzionari vi era quello di Gramsci, che fonda una rivista che dava consigli ispirati ai soviet russi. Nello stesso anno, Giolitti fu chiamato a sostituire Nitti. Fa assumere al governo un atteggiamento neutrale e si rifiuta di usare le forze per liberare le fabbriche. Realizza però un'opera di mediazione: operai ottengono aumenti salariali in cambio dello sgombero delle fabbriche. Nonostante la conclusione pacifica, aumenta la tensione. Nonostante il successo elettorale, il socialismo italiano era molto frammentato. Nel 1921 la corrente guidata da Gramsci e Bordiga aderisce alle indicazioni del Comintern, fondando il Partito Comunista d'Italia, ispirato al modello sovietico. 3. MUSSOLINI CONQUISTA IL POTERE I fatti di Palazzo d'Accursio (BO) segnano la nascita del fascismo agrario: fu accantonato il programma di S. Sepolcro e vennero istituite le squadre d'azione (organizzazioni paramilitari), per intimidire e colpire. Lo squadrismo raccolse appoggio finanziario della borghesia e militanti: Tra ex combattenti che facevano fatica a reinserirsi Tra i giovani Nella piccola borghesia La violenza delle squadre mirava a eliminare, irridere e svergognare l'avversario. Le forze dell'ordine mostrarono indifferenza. La tolleranza mostrata dagli altri partiti è dovuta alla speranza di potersene servire per arginare le pretese del partito socialista. Nel maggio 1921 Giolitti accetta la composizione delle liste comuni, perché puntava a un ridimensionamento di socialisti e popolari, ma i fascisti continuarono a spargere violenza. Le elezioni furono un insuccesso per i liberali e Giolitti si dimise, sostituito da Bonomi. Da qui, nel novembre 1921 Mussolini trasforma il movimento nel Partito Nazionale Fascista (PNF): Si dichiara favorevole a monarchia Sostiene politica economica liberista Abbandona anticlericalismo, definendo il PPI "bolscevismo bianco" Il 24 ottobre 1922 Mussolini raduna camicie nere a Napoli per assumere il potere con la forza tramite la marcia su Roma. Facta, che aveva sostituito Bonomi, chiese al re Vittorio Emanuele III di far intervenire l'esercito, ma rifiutò. Il 28 ottobre i fascisti entrano nella capitale e il 30 ottobre 1922 Mussolini ricevette dal sovrano l'incarico di formare il nuovo governo. Tra il '22 e il '24 Mussolini guida un governo di coalizione formato da fascisti, liberali e popolari (benché Sturzo fosse contrario). Mussolini godeva del consenso della corte, di apparati statali e di industriali. Abbandona la politica di Giolitti: Penalizza le cooperative rosse Pone limiti a libertà sindacale Attua riforme per rivalutare la lira Le opposizioni chiedevano a Mussolini di sciogliere le squadre fasciste e di cessarne la violenza. Mussolini decide di creare la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, legalizzando di fatto lo squadrismo. Sul piano internazionale Mussolini si mostrò come leader conservatore, occultando le tendenze totalitarie del fascismo, che erano ignorate anche dalle potenze perché giudicavano prioritario sconfiggere il comunismo. Le violenze squadriste continuano (ucciso Don Minzoni). Tra i provvedimenti di quel periodo ci sono la riforma della scuola (1) e del sistema elettorale (2): 1) Varata dal governo in aprile 1923 sotto la responsabilità di Giovanni Gentile, provvedimento che dura fino ai giorni nostri 2) Realizzata con la Legge Acerbo nel novembre 1923, che introduce un sistema elettorale maggioritario Nelle elezioni del 1924 la posizione governativa fu rappresentata da un listone controllato da fascisti, che vinse nell'aprile dello stesso anno a seguito delle violenze e della frammentazione dell'opposizione. Il 30 maggio 1924 il deputato Matteotti denuncia i brogli e le violenze compiute dagli squadroni nei seggi elettorali. Il 10 giugno fu rapito a Roma da un gruppo di squadristi e ucciso. Gli esecutori furono arrestati, ma i mandanti mai scoperti. Ciò provocò un crollo di popolarità di Mussolini e del partito, ma le opposizioni non riescono ad approfittarne. Si forma la secessione dell'Aventino, dove gli oppositori speravano che il re ritirasse la fiducia a Mussolini (sarebbero rientrati in parlamento dopo l'abolizione della Milizia). Il 3 gennaio 1925 il duce si assume la responsabilità "politica, morale e storica", gettando le basi della dittatura. L'assassinio di Matteotti segnò la morte della democrazia liberale e l'affermazione della dittatura fascista. 4. LITALIA FASCISTA Dal 1925 furono approvate le leggi fascistissime: Unico partito unico il PNF; quelli dell'opposizione vennero sciolti Capo del governo dichiarato responsabile solo di fronte al re; gli si riconosce anche il potere legislativo Abolite autonomie locali; posto del sindaco occupato dal podestà Stampa sottoposta a censura Vennero dati ampi poteri alla polizia segreta (OVRA), incaricata di individuare e arrestare gli oppositori; fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato II PNF si riorganizza in una struttura burocratica sottoposta ai prefetti. Il vertice era costituito dal Gran Consiglio del Fascismo, con presidente Mussolini, unico organo del partito in cui si discuteva collegialmente la linea politica. Nel 1928 si passa a uno Stato Totalitario, la cui trasformazione fu completata con una nuova legge elettorale che affida al Gran Consiglio di preparare una lista unica di candidati. Le elezioni si trasformano in plebisciti a favore del governo. Ci fu un grande impegno per organizzare il consenso nella società italiana, cercando di influire su costumi, mentalità e vita quotidiana delle masse: Opera Nazionale del Dopolavoro si occupa del tempo libero dei lavoratori, proponendo gite e gare sportive Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) stimolava e controllava le attività sportive -Obbligatorio possedere la tessera del partito -Creazione di organizzazioni che coinvolgono italiani di ogni età Organizzazioni più importanti furono i Fasci Giovanili, i Gruppi Universitari Fascisti e l'Opera Nazionale Balilla ragazzi educati alla dottrina fascista e al culto di Mussolini con esercitazioni, marce e parate militari. Il fascismo aveva l'idea utopica di creare un "uomo nuovo": "atletico, perseverante, pronto al sacrificio, energico, coraggioso e laconico". Importante fu anche l'esaltazione della Roma imperiale: il fascismo si volle mostrare come il naturale continuatore della Roma antica. Fu reintrodotto il saluto romano e il fascio littorio. La stampa fu sottoposta a censura e i direttori sgraditi furono sostituiti. Nel 1927 viene fondato l'ente radiofonico EIAR, per diffondere informazioni che il regime voleva far conoscere agli italiani. Fu sfruttato anche il cinema: fu fondato l'Istituto Luce. Nel 1937 fu istituito il Ministero della Cultura Popolare per controllare e orientare tutti gli aspetti della vita culturale italiana. Questo progetto si scontra però con la presenza della Chiesa cattolica. Le trattative fra governo e Santa Sede iniziarono nel 1926 e si conclusero nel febbraio del '29 con i Patti Lateranensi. Si dividevano in 3 parti: Chiesa riconosce lo stato italiano e la sua capitale, ottenendo la sovranità sullo Stato del Vaticano Convenzione finanziaria che impegna l'Italia a versare una somma al Vaticano per la perdita dello Stato pontificio Concordato che doveva regolamentare i rapporti fra Stato e Chiesa riconosciuta come religione di stato e insegnata nelle scuole Col concordato vengono riconosciuti anche gli effetti civili del matrimonio religioso; garantita alla Chiesa la scelta di ecclesiastici e vescovi, che però dovevano giurare fedeltà allo Stato. Pio XI espresse soddisfazione per l'accordo raggiunto; Sturzo invece non era d'accordo. La prima fase della politica fascista era liberista, ma i risultati non bastavano a fermare l'inflazione. Nel 1926 Mussolini adotta alcune misure protezionistiche, imponendo un dazio sui cereali, accompagnato da una campagna propagandistica, la battaglia del grano. Nel 1928 inizia il progetto di bonifica delle zone paludose, specialmente nell'Agro Pontino. Questi furono i primi passi per un'autarchia, ma in realtà queste misure economiche ebbero costi sociali alti: La rivalutazione della lira colpì i ceti medio-bassi, diminuendo la loro capacità d'acquisto Battaglia del grano raggiunge buoni risultati dal POV produttivo, ma a scapito di altri settori L'autarchia causa un grave indebolimento nel sistema produttivo nazionale (Italia troppo giovane e povera di materie prime) Il fascismo condanna gli scioperi e la lotta di classe. Mussolini impedisce l'azione sindacale a socialisti, comunisti e cattolici. Propugnò il corporativismo, enunciato nel 1927 dalla Carta del lavoro: i datori di lavoro e lavoratori dovevano collaborare per difendere gli interessi della nazione. Ciò si risolse solo a vantaggio di imprenditori che tennero basso il costo del lavoro. Per fronteggiare gli effetti della crisi del '29: 1931 fu fondato l'Istituto Mobiliare Italiano per sostituirsi alle banche nel sostegno alle industrie 1933 fu creato l'Istituto per la Ricostruzione Industriale, che sana molte imprese grazie a finanziamenti pubblici Lo Stato totalitario si era realizzato. Rispetto ad altri regimi, però, l'apparato statale aveva il sopravvento su quello del partito, secondo la volontà di Mussolini. Il PNF però aveva grande peso nella società: l'iscrizione al partito diventa una pratica di massa. Il fascismo era però arginato dalla presenza della Chiesa Cattolica. Il controllo dello Stato da parte del fascismo era limitato dalla presenza della monarchia: il re era la massima carica dello Stato ed era riferimento dell'esercito e della borghesia. Per questo il regime fascista è detto un totalitarismo imperfetto. Il fascismo fu caratterizzato da un'ideologia nazionalista. Nel 1934 Mussolini decide di conquistare l'Etiopia, perché vuole dare all'Italia un impero. Nel 1935 l'Italia invade l'Etiopia e nel 1936 conquistano la capitale, costringendo il re alla fuga. Mussolini era convinto che la conquista avrebbe ottenuto il consenso di Francia e Inghilterra, ma la Società delle Nazioni condanna l'Italia in quanto aggressore di un altro Paese membro. Diede anche sanzioni economiche, che non indebolirono il bellico italiano e non vennero rispettate nemmeno dai paesi che le imposero. Mussolini assunse atteggiamenti vittimistici come propaganda milioni di sposi donano l'oro delle fedi nuziali "alla patria" e i popoli "selvaggi" etiopi erano da civilizzare. Fu il periodo dove il fascismo godette del maggior consenso. Nel maggio 1936 Mussolini fonda l'Impero dell'Africa Orientale Italiana (AOI) e offre la corona d'imperatore al re. L'Etiopia era povera di risorse naturali e non adatta all'agricoltura, ma dal punto di vista politica la sua conquista fu un successo. Nello stesso anno le sanzioni vengono ritirare e Inghilterra e Francia riconoscono l'AOI. La Società delle Nazioni manifestò la sua impotenza. La conseguenza più grave della conquista d'Etiopia fu l'avvicinamento di Mussolini a Hitler: la Germania aveva appoggiato l'Italia. Nell'ottobre del 1936 fu firmato il patto Asse Roma-Berlino: Mussolini voleva utilizzare l'accordo per far pressione sulle altre potenze europee e sperava di poter "usare" Hitler. Dal settembre 1938 l'Italia emana le leggi razziali contro gli Ebrei: Vietati matrimoni misti Impedimento frequentazione scuola pubblica Impedimento prestare servizio militare In Italia però non esisteva una forte tradizione antisemita e la Chiesa Cattolica condannava pe temente. Le leggi razziali diminuiscono il consenso degli italiani verso il fascismo. 5. LITALIA ANTIFASCISTA Nel 1925 Benedetto Croce dichiara il proprio dissenso verso il regime tramite il Manifesto degli intellettuali antifascisti. La sua opposizione fu morale, per questo fu tollerata dal regime. Piero Gobetti voleva dare una rivoluzione liberale, con una nuova coscienza civile. Morì in esilio a Parigi a seguito di un'aggressione. Giustizia e libertà fu un movimento fondato nel 1929 a Parigi; condusse una lotta contro il regime con metodi rivoluzionari, cercando di coniugare liberismo e marxismo Palmiro Togliatti dirigeva i comunisti. Furono la forza politica che meglio seppe organizzare una rete di opposizione clandestina Altri gruppi antifascisti fondarono a Parigi nel 1927 la Concentrazione antifascista, che fece opera di propaganda internazionale contro il regime.