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ETÀ GIOLITTIANA + 1° GUERRA MONDIALE

24/12/2022

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DESTRA E SINISTRA STORICA → Nel 1861 nasce il Regno d'Italia. Dopo la proclamazione del regno d'Italia: ● La destra storica governa dal 1861 fino al 1876: essi erano liberali moderati che avevano come leader Cavour, che era morto pochi mesi dopo l'unificazione d'Italia. Essi volevano un'Italia moderatamente moderna. Erano monarchici; La sinistra storica governa dal 1876 fino alla fine del secolo. La sinistra storica di fine 800 comprende i democratici tra cui Mazzini e Garibaldi. La sinistra governa nell'ultima porzione dell'800 ed ha un pensiero rebublicano, non monarchico. DEPRETIS E CRISPI → Giolitti fu un grande statista, ovvero un uomo di stato molto importante. L'età giolittiana è lunga e riguarda grossomodo i primi 14 anni del Novecento, perché nel 1914 Giolitti si dimette. → La sinistra storica aveva governato per 24 anni, ovvero per un lungo periodo. I più importanti nomi della sinistra storica sono due, ovvero Agostino DePretis che governò dal 1876 al 1887 e Francesco Crispi che governò dal 1887 al 1896. → Entrambi si dimettono a causa di una sconfitta militare in Africa: Depretis per la sconfitta di Dogali. Infatti egli aveva mandato l'esercito italiano in Africa per conquistare le colonie. In Eritrea, in particolare a Dogali, l'esercito italiano venne sconfitto. Siccome l'esercito italiano era stato sconfitto a Dogali, Depretis si dimette nel 1887; Crispi...

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Didascalia alternativa:

si dimette nel 1896 per la sconfitta di Adua, in Etiopia. → L'Italia, verso la fine dell'800, aveva due importanti colonie in Africa, ovvero Eritrea e Somalia. ● CRISI DI FINE SECOLO E MOTI DI MILANO Crispi si dimette nel 1896 a causa della sconfitta di Adua. I successivi 4 anni furono degli anni di crisi. In questi anni sale al governo Antonio Di Rudinì, un esponente della destra conservatrice. → Nel 1898, scoppiarono a Milano delle rivolte e questi vennero chiamati i cosiddetti moti di Milano. Viene fatta una strage perché il governo manda il generale Bava Beccaris a sedare la rivolta in maniera violenta. Infatti ci furono molti morti e feriti. → Nel 1900, il re Umberto I viene assassinato a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, perché si stava verificando in Italia una svolta autoritaria forte e conservatrice. Il successore di Antonio di Rudini, ossia Pellux, instaurò un governo liberticida. Gaetano Bresci decide di assassinare il re perché erano state uccise molte persone durante i moti di Milano. → L'anarchico è colui che vorrebbe che le società stessero insieme senza il bisogno di un'autorità al di sopra. SVOLTA LIBERALE E DEMOCRATICA → Giolitti prende nelle mani l'Italia che esce da questi anni caratterizzati da fatti gravi e la fa rinascere. Con Giolitti, che è un liberale, si ha una svolta liberale e democratica in Italia. Il liberalismo, nato in Inghilterra, implica uno stato minimo, ovvero sostiene che lo stato non debba intervenire nella vita privata dei cittadini, nell'economia e così via. Lo stato minimo doveva intervenire solo per garantire le cose essenziali ai cittadini come la sicurezza, l'ordine e la difesa del territorio. Giolitti si ispira a questo tipo di pensiero proveniente dall'Inghilterra. Giolitti fa sì che in Italia ci sia una svolta liberale e fa ciò ispirandosi al pensiero politico del liberalismo. Per lui lo stato liberale è uno stato che include, ovvero uno stato che non fa più quegli errori compiuti dai suoi predecessori, ovvero l'errore di escludere dalla vita politica le classi dei lavoratori, le organizzazioni sindacali e così via. Lo stato, secondo Giolitti, deve includere. → Giolitti governa nei primi 14 anni del 900 e si dimetterà nel 1914. Quest'epoca viene chiamata età giolittiana. Questa fu un'età di miglioramenti in Italia. Infatti il paese si modernizza, conosce un discreto sviluppo economico e ci sono degli importanti cambiamenti migliorativi. POLITICA SOCIALE → Molto importante per Giolitti è la questione della classe operaia. La sua idea è molto semplice, ovvero, in quanto uomo di stato, quando ci sono degli scioperi, non vuole schierarsi dalla parte degli imprenditori contro i lavoratori, ma vuole garantire la neutralità dello stato. → Nel 1901 egli era ministro degli interni durante il governo Zanatelli. Già in questo anno aveva messo in atto l'idea della naturalità dello stato in quanto era scoppiata una rivolta a Genova molto importante e lui aveva fatto sì che lo stato italiano non intervenisse in favore degli imprenditori, ma che la faccenda si risolvesse tra i datori di lavoro ed i lavoratori. → Questa situazione si ripropose in maniera più ampia ed estesa nel 1904 quando scoppiò il primo sciopero generale della storia d'Italia = tutti i lavoratori si astengono dal lavoro e proclamano lo sciopero. Nel 1904, in seguito allo sciopero, la borghesia era spaventata ed aveva paura della rivoluzione. Giolitti, anche in questo sciopero, mette in atto l'idea di neutralità dello stato e infatti lo stato non interviene né con i datori né con i lavoratori per favorire il dialogo tra le due parti. Questa strategia risulta vincente, perché le due parti si incontrano ed hanno un dialogo costruttivo. Il mondo dei lavoratori ottiene l'aumento dei salari e tutto si pacifica. Con l'aumento dei salari, ci fu anche un aumento dei consumi, perché gli operai, guadagnando di più, potevano spendere di più e perciò migliora anche il mercato interno. Ci furono, dunque, molte conseguenze positive di questa idea di neutralità. → Anche dal punto di vista politico, ci furono delle conseguenze positive perché Giolitti, per come ha agito, ottenne il sostegno della sinistra. In particolare ottenne il forte sostegno dei radicali ed il supporto dei socialisti riformisti in parlamento solo nelle scelte che essi condividevano. Non ottenne il sostegno di tutta la sinistra, perché non ottenne il sostegno dei socialisti rivoluzionari, ovvero dei massimalisti. → Il partito socialista italiano aveva dentro di sé una frattura: socialisti riformisti, che hanno come leader Filippo Turati; ● socialisti massimalisti, ovvero coloro che sono rivoluzionari, vogliono la rivoluzione e la lotta di classe e ritengono inaccettabile il loro aiuto ai cosiddetti governi borghesi. La borghesia è il loro nemico principale e per loro non si può pensare di sostenere in parlamento dei governi che non siano della classe operaia. Uno dei leader del socialismo massimalista italiano è Benito Mussolini. → Il rapporto tra Giolitti e socialisti è molto importante, ma non costante. Negli anni cui governa, egli ha il sostegno dei socialisti riformisti quando all'interno del partito socialista italiano erano loro a prevalere, mentre negli anni in cui prevale l'ala massimalista questo sostegno diventata "zoppicante" e Giolitti è più in difficoltà. → Giolitti me in atto delle riforme sociali: legislazione del lavoro: tutela del lavoro minorile, età minima per lavorare è di 12 anni, tutela del lavoro femminile, giornata di riposo obbligatoria e garantita, orario di lavoro ridotto; welfare: egli introduce delle riforme per la protezione sociale come le pensioni e la malattia. Giolitti è il primo ad introdurre in Italia una politica di welfare; ● ● politica per il mezzogiorno: per rilanciare il sud Italia, prevede degli sgravi fiscali per i ceti agricoli. Per sgravi fiscali si intende che vengono diminuite le tasse per i contadini, in quanto il sud Italia era prevalentemente contadino. Inoltre vengono introdotte delle leggi speciali per favorire lo sviluppo economico e le opere pubbliche; riforma elettorale: nel 1912 viene allargato il diritto di voto a tutti i cittadini maschi che hanno compiuto almeno 30 anni anche se analfabeti. Quindi viene introdotto il suffragio universale maschile e la popolazione votante passa dal 9% al 24%. POLITICA ECONOMICA ASPETTI POSITIVI → Sviluppo del triangolo industriale tra Torino, Genova e Milano. Questo triangolo riguarda il nord-ovest dell'Italia. Per quanto riguarda la meccanica leggera, spiccano la Fiat e la Bianchi, mentre per l'industria pesante l'Ansaldo. → Lo sviluppo economico fu garantito dalle politiche giolittiane come il protezionismo, le commesse statali e anche dalla capacità di attrarre capitali stranieri. Gli investitori stranieri, infatti, hanno fiducia nell'Italia di questa epoca perché è un Italia che dà delle garanzie. Soprattutto è stata fondata nel 1883 la banca d'Italia e dunque si sviluppa un sistema di credito italiano. → Quindi siamo di fronte un'Italia che si sta modernizzando. Un altro aspetto che facilita lo sviluppo soprattutto nel nord Italia è la costruzione di infrastrutture. In particolare vengono costruite le ferrovie dello stato italiano. ASPETTI NEGATIVI divario tra nord e sud: l'economia del sud non cresce, c'è disoccupazione e dunque emigrano migliaia di persone. Il problema del sud è anche un altro, ovvero il fatto che c'è una classe politica corrotta e malavitosa. La pubblica amministrazione nel sud Italia è costituita da uomini corrotti. Dunque tutte le leggi che finanziano lo sviluppo economico vanno a finire nelle mani sbagliate. Inoltre Giolitti, nel sud, attua una politica ed un comportamento piuttosto ambiguo. Per avere il voto nel meridione d'Italia, egli mette in atto una politica di scambio. In cambio del voto promette alcune cose e quindi "compra" i voti nel meridione. divario tra Italia ed altri paesi europei: l'Italia stenta ad avere un mercato interno, mentre gli altri paesi come la Francia, la Germania e l'Inghilterra lo hanno. Per mercato interno si intende il fatto che i cittadini comprano i prodotti del proprio paese e quindi contribuiscono all'economia della propria nazione. IMPRESA DI LIBIA → È la conquista che l'Italia fa della Libia, un territorio molto vasto che appartiene da secoli all'impero ottoomano. Giolitti conquista la Libia sottraendola all'impero ottomano, che era un impero in crisi. Giolitti si lasciò convincere che questa era l'occasione buona per l'Italia di aggiungere una colonia in Africa. In questo periodo, infatti, l'impero ottomano era debole e non poteva opporsi. → A spingere in questa direzione furono i nazionalisti italiani, gli imprenditori che vedevano in questa conquista l'opportunità di avere territori nuovi per ricavare le materie prime. Spinsero in questa direzione anche gli intellettuali tra cui d'Annunzio e Pascoli. Pascoli sosteneva l'impresa di Libia e l'opera intitolata La grande proletaria s'è mossa consiste in un discorso che Pascoli pronunciò in occasione dell'impresa di Libia dicendo che finalmente anche l'Italia si era mossa, conquistando un territorio in Africa. Giolitti manda l'esercito italiano in Libia, ma la Libia resiste militarmente alla conquista italiana e allora Giolitti, per fare pressione sui turchi, attacca le isole di Rodi e del Dodecaneso che erano isole di fronte alla Turchia ed il suo obiettivo è quello di intimidire i turchi. A quel punto la Turchia cede. → L'impresa di Libia iniziò nel 1911 e si concluse nel 1912 con il trattato di Losanna con il quale la Turchia cede la Libia all'Italia. L'Italia diede il nome di Libia al territorio conquistato e l'impero ottomano, con questo trattato, riconobbe la sovranità politica dell'Italia sulla Libia. In questo anno venne dato alle provincie di Tripolitania e Cirenaica l'antico nome romano di Libia. Giolitti ebbe un certo successo con l'impresa di Libia, ma alcuni suoi oppositori tra cui Gaetano Salvemini affermano che in fin dei conti Giolitti ha solo conquistato uno "scatolone di sabbia". I suoi oppositori e nemici lo criticano dicendo che l'impresa di Libia non aveva portato vantaggi economici. La Libia non era un paese da cui trarre tante ricchezze e inoltre il governo italiano non seppe trarre risorse da questa nuova colonia conquistata. LIMITI E CRISI DEL SISTEMA GIOLITTIANO Dopo l'impresa di Libia, il sistema giolittiano entra in crisi. L'impresa di Libia destabilizza l'equilibrio che Giolitti aveva creato in parlamento per farsi sostenere. L'impresa di Libia, che fu un impresa di stampo nazionalsita ed imperialista, tolse a Giolitti il sostegno dello schieramento politico dei socialisti. → Con l'impresa di Libia Giolitti risponde agli interessi dei nazionalisti, degli imprenditori e degli intellettuali, ma questa impresa mette in crisi il suo equilibrio in parlamento che si basava sul sostegno da parte dei socialisti. → In Italia molti si oppongono a Giolitti: ● innanzitutto ci sono gli intellettuali e tra questi il più accanito fu Gaetano Salvemini, che nel 1910 pubblica un suo lavoro che si intitola II ministro della malavita, nel quale parla di Giolitti come un ministro della malavita, ovvero un ministro che ha sfruttato il sud dell'Italia per avere i voti, facendo anche accordi con gruppi malavitosi; poi ci sono i nazionalisti italiani, che avevano voluto la conquista della Libia. I nazionalisti avevano creato contro Giolitti un'opposizione ideologica e dicevano che quella di Giolitti era una Italietta. Questa espressione venne utilizzata per sottolineare il fatto che l'Italia non era un potenza di primo livello. Secondo i nazionalisti, Giolitti non era stato in grado di far diventare l'Italia una potenza che potesse essere al livello delle altre. Il termine Italietta è dispregiativo e sottolinea il fatto che l'Italia non riuscì mai a diventare una potenza come le altre; Ci sono infine i socialisti massimalisti rivoluzionari. Essi erano sempre stati contro Giolitti, mentre i socialisti riformisti, che avevano come leader Filippo Turati, avevano sostenuto Giolitti. Quello di Giolitti non è un partito, ma è un insieme di liberali che danno il loro sostegno a Giolitti. Il partito di Giolitti è un gruppo di liberali che ogni volta deve costruirsi in parlamento una maggioranza. Giolitti non ebbe mai una solida maggioranza su cui contare, ma di volta in volta doveva costruirsi una maggioranza. Quindi egli ha bisogno anche di sostegni esterni che gli derivano da altri partiti. → In primis egli aveva il sostegno del partito socialista dove l'ala riformista di Turati fu molte volte dalla sua parte. Dopo l'impresa di Libia, nonostante Giolitti avesse avuto successo, egli perse definitivamente il sostegno dei socialisti, perché il governo giolittiano era aggressivo e nazionalista. Giolitti ha avuto il sostegno dei riformisti, ma, da un certo punto in poi, non ebbe più nemmeno il sostegno di questi ultimi, perché Giolitti si macchia, con l'impresa di Libia, di una sorta di "peccato". Dopo il 1912 perde definitivamente il sostegno dei socialisti. Egli, già nel 1908, aveva fatto vacillare il sostegno dei socialisti. Infatti nel 1908, nel sud dell'Italia, stroncò in modo molto duro lo sciopero agrario e lì venne accusato di fare una politica del doppio volto: nel nord opera in un modo, mentre nel sud in un altro modo. Nel sud egli non esita a schierarsi dalla parte dei proprietari terrieri e non esita a stroncare in modo duro lo sciopero agrario messo in atto dai contadini. Dunque c'erano delle luci e delle ombre nell'operato di Giolitti. → Dunque l'impresa di Libia fu per Giolitti l'inizio della fine, perché perse il sostegno dei socialisti, che non era mai stato un sostegno solido e definitivo, ma che per lui contava molto. → Dopo il 1912 Giolitti, consapevole di aver perso per sempre l'appoggio dei socialisti, si allea con i cattolici. In vista delle elezioni del 1913, Giolitti trova un sostegno nel mondo cattolico. In questi anni il mondo cattolico, politicamente parlando, è molto complesso e vede tre schieramenti: ● cattolicesimo intransigente: è il cattolicesimo di vecchia impostazione. È il gruppo dei cattolici che, obbedendo ancora al non expedit di fine 800, non andavano a votare ritenendo lo stato italiano un estirpatore dell'antico stato pontificio; democrazia cristiana: Papa Pio X, ovvero il papa di quel tempo, non era d'accordo con questo schieramento ed in particolare con Don Romolo Murri e Don Luigi Sturzo. Essi sostenevano che il mondo cattolico doveva partecipare alla politica attivamente, portando in parlamento le classi dei lavoratori o dei contadini che si riconoscono nel mondo cattolico; clerico-moderati: Giolitti stringe il suo patto con questo schieramento. Essi sono moderati e non stringono patti con il modo operaio o contadino. Sono un orientamento più cauto, ovvero partecipano moderatamente. → Nel 1913 viene stretto il patto Gentiloni che viene così chiamato perché il firmatario era Vincenzo Ottorino Gentiloni, che era il presidente dell'unione elettorale cattolica. Un gran numero di elettori giolittiani sottoscrive questo patto che stabiliva che se i cattolici si impiegavano a votare i liberali giolittiani questi si sarebbero impegnati a non portare avanti politiche anticlericali come, per esempio, l'abolizione della religione nelle scuole o il divorzio. Il patto Gentiloni "inchioda" Giolitti, perché egli non poteva portare avanti determinate politiche. In questo modo i giolittiani ottengono tantissimi voti e ottengono la maggioranza alle elezioni con 304 voti. → Documenti pagina 83, 84, 85 PRIMA GUERRA MONDIALE → Eric Hobsbawm, storico di origine inglese e di impostazione ideologica marxista, ha definito la prima guerra mondiale una guerra imperialista. Egli affermò che la causa unica della prima guerra mondiale fu il capitalismo imperialistico, ovvero quel capitalismo che spinse le varie potenze ad una sfrenata conquista del mondo. CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE → Una delle cause della prima guerra mondiale fu una causa economica. Il mondo imprenditoriale e capitalista aveva visto nella guerra una grande occasione di guadagno. Le guerre, infatti, spesso possono tradursi in occasioni di grandi guadagno per le industrie; → Ci furono poi cause di politica internazionale. La politica internazionale era caratterizzata, verso la fine dell'800 e l'inizio del 900, da una fortissima rivalità tra le potenze. In particolare c'erano rivalità per quanto riguarda la conquista delle colonie. Siamo in anni di imperialismo e le potenze si contendono vari territori nel mondo. L'imperialismo ha come conseguenza, dentro l'Europa, una fortissima conflittualità tra le due alleanze, ovvero la triplice alleanza (Austria + Italia + Germania) e la triplice intesa (Inghilterra + Francia + Russia); → Un'altra causa della prima guerra mondiale fu la Weltpolitik di Guglielmo II. In questi anni si crea una Europa molto conflittuale al suo interno. Nell'Europa non c'è più equilibrio, perché essa è spaccata in due alleanze; → Ci sono poi cause di natura ideologica: ◆ Nazionalismo: è un'ideologia presente in tutti i paesi europei. Nazionalismo significa volere che il proprio stato sia superiore agli altri. Le grandi potenze mettono in atto una politica di potenza. Il nazionalismo vuole la guerra; ◆ Tradimento del principio del pacifismo da parte dei partiti socialisti europei: nella seconda internazionale si incontrano i vari esponenti dei socialismi europei. Uno dei principali principi ispiratori del socialismo è il pacifismo. Socialismo e pacifismo dovevano essere due cose che vanno di pari passo, ma succede che alcuni partiti socialisti europei (prima quello tedesco e poi quello francese, inglese ed austriaco), nel momento in cui scoppia la guerra, abbandonano il pacifismo. I vari partiti socialisti iniziano a sostenere i propri governi in guerra e, facendo questo, vengono meno alla loro funzione di oppositori alla guerra, non fanno più il loro ruolo e questo fa sì che la guerra scoppi. Gli unici partiti socialisti a non sostenere la guerra sono quello russo e quello riformista italiano, che rimangono fedeli al pacifismo; Un'altra causa della guerra sono le aree critiche e di tensione, ovvero aree geografiche dove si contrappongono gli interessi delle nazioni europee. Sono aree che alimentano ancora di più il conflitto: Una di queste aree è l'Alsazia e la Lorena, che è un'area di tensione tra Francia e Germania; ◆ Le altre aree critiche sono in Italia e sono le zone del Trentino alto adige, del Friuli Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia. In questi anni prende piede l'irredentismo, ovvero la convinzione politica per cui si ritiene necessario che vadano riunificati tutti quei territori affini per lingua, religione e cultura, ma soggetti al dominio straniero. Nel caso dell'Italia, ci si doveva sottrarre dal dominio austriaco. L'Italia entrerà in guerra proprio per questo motivo. Infatti l'Italia si allea con gli inglesi per recuperare queste terre e sottrarle dal dominio straniero; Un'altra area critica è il Marocco. Il Marocco nel 1905 era conteso tra Francia e Germania, perché entrambe lo volevano come colonia. Il marocco divenne francese e per questo motivo la Germania rimase sconfitta, umiliata ed offesa. La Francia, nella sua conquista del Marocco, venne sostenuta dagli inglesi. In particolare ci fu il cosiddetto accordo franco-inglese. Questi fatti prepararono il clima della guerra e tutti questi conflitti causarono in parte la guerra; Un'altra area critica è quella dei Balcani. In questi territori stava emergendo sempre più forte la potenza della Serbia. Nei Balcani vengono combattute nel 1912 e nel 1913 due guerre balcaniche. Queste guerre balcaniche le combatte la cosiddetta lega balcanica, un'alleanza dove primeggia la Serbia, contro gli ottomani, ovvero i turchi. La Serbia odiava l'Austria, perché essa puntava a conquistare ed annettere i Balcani per allargare il suo impero. Le due guerre balcaniche vengono vinte dalla Serbia e dai suoi alleati contro gli ottomani. Questo rafforzamento della Serbia diede molto fastidio all'Austria, che voleva ingrandire il suo impero annettendo i Balcani. La Serbia stava diventando forte dopo le due guerre balcaniche ed in Serbia era molto forte l'irredentismo slavo, ovvero l'idea che tutti i popoli slavi, che parlano la stessa lingua slava e praticano la stessa religione, dovrebbero unirsi. La Serbia mirava ad essere il centro di aggregazione di tutti i popoli slavi. ATTENTATO DI SARAJEVO → Questo attentato avvenne il 28 giugno del 1914 in Bosnia erzegovina. Questo attentato coinvolse l'erede al trono dell'impero austro-ungarico, ovvero l'arciduca Francesco Ferdinando. Avvenne un'esplosione ed un attentato organizzato da uno studente serbo, chiamato Gavrilo Princip, appartenente ad un'associazione nazionalista segreta chiamata Mano nera. Succede che l'arciduca e sua moglie muoiono in questo attentato. Francesco Ferdinando voleva far sì che l'impero austro-ungarico diventasse impero austro-ungarico slavo. I serbi, però, non volevano assolutamente che venisse allargato l'impero austro-ungarico e non volevano essere "inglobati" in questo impero. → Questo attentato fece scoppiare la guerra perché il 23 luglio venne mandato dagli austriaci un ultimatum alla Serbia e quest'ultima lo respinse. La Serbia, prima di respingerlo, aspetta di avere l'appoggio russo. Un mese dopo l'attentato, ovvero il 28 luglio 1914, l'impero austro-ungarico dichiara guerra alla Serbia che ha l'appoggio della Russia. → In questa guerra si schierano Austria e Germania da una parte, mentre Russia, Inghilterra e Francia dall'altra parte. Si schierano le due alleanze che erano presenti in Europa, ovvero la triplice alleanza costituita da Austria, Italia (non entra subito in guerra, ma dopo con la triplice intesa) e Germania e la triplice intesa costituita da Inghilterra, Francia e Russia. SCHIERAMENTI TRIPLICE INTESA → L'Italia entra un anno dopo in guerra, nel 1915, schierandosi con la triplice intesa. Nel 1914 anche il Giappone entra in guerra con la triplice intesa perché vuole contrapporsi alla Germania nella colonizzazione dell'estremo oriente e vuole subentrare al posto della Germania nell'estremo oriente. Entreranno in guerra con la triplice intesa anche la Serbia nel 1916 e la Grecia nel 1917 e successivamente la Cina. Anche gli Stati Uniti entrarono in guerra nel 1917 con la triplice intesa. La maggior parte degli stati che fanno parte della triplice intesa sono colonie che entrano in guerra con la loro madrepatria come per esempio India e Australia e dunque si schierano anch'esse con la triplice intesa. SCHIERAMENTI TRIPLICE ALLEANZA → Fanno parte della triplice alleanza l'impero tedesco, l'impero austro-ungarico e l'impero ottomano, ossia la Turchia. In Africa le colonie tedesche si schierano con la madre patria, ovvero la Germania, mentre le colonie francesi ed inglesi con le loro rispettive madrepatrie. ITALIA → Nel momento in cui scoppiò la guerra a fine luglio del 1914, il governo italiano era nelle mani di Salandra e Giolitti si era dimesso. Questo governo dichiara la neutralità, ovvero non entra in guerra con quelli che dovrebbero essere i suoi alleati. → Ci sono vari motivi per cui l'Italia non entra in guerra. Innanzitutto il governo italiano deve valutare cosa è conveniente per l'Italia. Dato che l'unico vantaggio dell'Italia entrando in guerra era quello di recuperare le terre irredente, ovvero il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, l'Istria e la Dalmazia, l'Italia temporeggia e dichiara la sua neutralità per vedere se può effettivamente ottenere queste terre facendosele concedere dall'Austria in cambio del suo ingresso nell'alleanza. L'Austria, però, è disposta a concedere solo il Trentino e non vuole assolutamente cedere la città di Trieste, perché è l'unico sbocco sul mare degli austriaci. → Allora l'Italia fa una trattativa con Londra che dà più risultati. Infatti la triplice intesa promette tutti questi territori irredenti e anche dei compensi coloniali, ma la triplice intesa non è disposta a cedere all'Italia la città di Fiume. Questa trattativa con Londra viene fatta dal ministro italiano degli esteri di nome Sonnino. L'Italia, dopo la trattativa con Londra, decide di schierarsi con la triplice intesa. Un altro protagonista di questa trattativa fu il re d'Italia Vittorio Emanuele III. II 26 aprile 1915 viene firmato il patto con Londra, ovvero un patto tra l'Italia e l'intesa, ma questo patto viene firmato all'insaputa del parlamento, che non ne sa niente. A conoscere questo patto sono solo il re, Salandra e Sonnino e questo fu un abuso di potere. → In Italia il parlamento, in questo momento storico, è diviso in due blocchi: ● blocco neutralista: è costituito dai cosiddetti liberali giolittiani, che non vogliono entrare in guerra. Fa parte del blocco neutralista anche il mondo cattolico italiano ed i socialisti italiani riformisti, che sono pacifisti e non vogliono entrare in una guerra capitalista ed imperialista; blocco interventista: è un blocco più ampio costituito da intellettuali che sono a favore della guerra. Fanno parte del blocco interventista anche i socialisti rivoluzionari e soprattutto l'ala massimalista del partito socialista italiano che ha come leader Mussolini, direttore del giornale di propaganda rivoluzionaria l'Avanti. Comincia in questo periodo la spaccatura all'interno del partito socialista rivoluzionario, perché Mussolini pubblicherà articoli in sostegno dell'ingresso dell'Italia in guerra. A favore della guerra sono anche i nazionalisti ed i cosiddetti democratici irredentisti, che vedono la guerra come un'occasione per l'Italia di portare a compimento il Risorgimento, ovvero portare a termine il processo di unificazione andando a conquistare le terre irredente come il Friuli ed il Trentino. → Un mese dopo la firma del patto, il 24 maggio 1915, il governo italiano dichiara guerra all'impero austro-ungarico. Durante tutto il mese di maggio ci furono pressioni e manifestazioni di massa, poiché molti italiani volevano la guerra. Si crea una vera e propria campagna che si serve della radio con discorsi infuocati contro i giolittiani pacifisti. Il clima che si viene a creare è molto agitato, perché molti vogliono la guerra. La maggioranza del parlamento, che era in realtà neutralista, cede e dà pieni poteri al governo che dichiara guerra all'Austria. L'abuso di potere con cui venne firmato il patto con Londra, nascosto al parlamento, portò ad una serie di fatti che ebbero come epilogo la dichiarazione di guerra da parte dell'Italia. FRONTI DI GUERRA La guerra inizia nel 1914 e finisce nel 1918 e si combatte in numerosi fronti, ovvero in numerose aree geografiche. In Europa ci sono tante aree in cui si combatte, ovvero i fronti, dove gli eserciti nemici si scontrano nelle battaglie. I fronti sono: fronte occidentale; fronte orientale; fronte balcanico; ● fronte del Caucaso; fronte italiano; fronte sul mare. DA GUERRA DI MOVIMENTO A GUERRA DI POSIZIONE → La prima guerra mondiale si trasforma da una guerra di movimento, ovvero una guerra dove i vari eserciti combattono nei fronti e c'è chi vince e chi perde, ad una guerra di posizione, ovvero una guerra di stallo nelle trincee. La guerra di trincea durò anni e molti soldati furono bloccati nelle trincee. I soldati morivano nelle battaglie oppure rimanevano nelle trincee dove vivevano in una condizione di grandissima sofferenza fisica, ma anche psicologica e spesso morivano. → Sniffer, un comandante dell'esercito tedesco, aveva pensato ad una strategia, ovvero invadere la Francia passando dal Belgio, che era un territorio neutro, per sconfiggere la Francia e poi dedicarsi alla Russia con una guerra lampo. Egli propose di sconfiggere subito la Francia, poiché sarebbe stata una cosa più facile, per poi dedicarsi alla Russia. Questa guerra lampo non funzionò, perché il Belgio resistette e l'Inghilterra intervenne in sostegno alla Francia. → A questo punto si aprì il fronte occidentale. Sul fiume Marna ci fu una lunghissima battaglia passata alla storia come battaglia della marna nell'autunno del 1914. Da un lato ci sono i francesi e gli inglesi, mentre dall'altra parte i tedeschi. I francesi e gli inglesi bloccano i tedeschi che erano già arrivati alle porte di Parigi. Questa battaglia durò molte settimane e l'obiettivo era fermare i tedeschi che stavano puntando su Parigi. → Questa guerra diventa una guerra di logoramento e di posizione. In questa battaglia non ci furono sconfitti e vincitori, ma si trattò di una battaglia senza vincitori e senza vinti in cui si bloccò solo la penetrazione dei tedeschi in Francia. Per bloccare questa avanzata, si crearono 800 km di fronte dalle Fiandre alla Svizzera. COSA SUCCEDE NEI DIVERSI FRONTI? → Il fronte occidentale è il primo di numerosi fronti che si vennero a creare. Su questi fronti si svolgeranno alcuni degli eventi più importanti della guerra: Nel 1916 nel fronte occidentale ci sono alcune battaglie tra cui la battaglia di Verdun, la battaglia della Somme e la battaglia della Marna. Sono battaglie che durano molte settimane e ci sono numerose vittime in entrambi gli schieramenti. Il fronte orientale si apre quando i russi cercano di invadere le zone dei territori tedeschi, ma vengono fermati ed avvengono la battaglia di Thunder Bay e la battaglia dei Laghi Masuri. I russi, che stavano entrando in Germania, vengono fermati dai tedeschi e si viene a creare il fronte orientale. La guerra si blocca e si crea una guerra di trincea e di posizione in Galizia, che è una regione più a sud rispetto a Thunder Bay e ai Laghi Masuri. I russi riescono a vincere ed entrano a Leopoli nel 1915. Il fronte del Caucaso: il Caucaso è una catena montuosa valicando la quale i russi cercano di penetrare in Turchia, che era alleata con la triplice alleanza. In questo momento essa è formata da Austria + Germania + Turchia + Bulgaria. I russi, dal Caucaso, puntano sulla Turchia. In Turchia, immediatamente al di là del Caucaso, viveva la popolazione armena della Turchia. In Turchia c'erano sia gli armeni russi che gli armeni turchi. La popolazione armena era in gran parte sul territorio russo e l'altra parte sul territorio turco, al di là delle montagne. Nel 1916, i russi sfondano il fronte e puntano ad annettere il territorio armeno della Turchia. Gli armeni non oppongono resistenza, ma si lasciano invadere e avviene il genocidio armeno, ovvero il primo genocidio di massa della storia. Il governo turco, che è un governo nazionalista governato dai giovani turchi, dà la colpa agli armeni di aver lasciato entrare i nemici senza opporsi, quindi li accusano di essere dei traditori. II governo turco utilizza questo motivo per fare deportazioni di massa degli armeni, con veri e propri campi di concentramento. Questa venne definita la marcia della morte e morirono circa un milione di persone. Fronte balcanico: nei Balcani la guerra era iniziata a causa della nascita della Serbia. La Serbia venne occupata dall'Austria non subito, ovvero nell'estate del 1914, ma la Serbia venne annessa all'Austria solamente un anno dopo con l'aiuto della Bulgaria. Fronte italiano: l'esercito italiano si scontra con gli austriaci. L'Italia combatté la prima guerra mondiale solo in un'area dell'Italia, ovvero sul fronte nord est. Il fiume Isonzo delimita il fronte su cui combatte l'Italia nei primi due anni, ovvero dal 1915 al 1917. Successivamente, a partire dal 1917, siccome gli italiani vengono conquistati ed i nemici vincono, gli italiani arretrano e quindi il fronte si avvicina al fiume Piave, nei pressi di Verona. La guerra in Italia viene combattuta solo in un'area delimitata, ovvero a nord est, perché in quell'area ci sono i territori contesi tra italiani e austriaci. Il generale italiano in questo periodo è Luigi Cadorna, un uomo incapace e malvagio. Dal 1915 al 1917 vennero combattute 11 battaglie dell'Isonzo, ma sono tutte battaglie fallimentari perché vincono sempre gli austriaci. Gli italiani vincono solo una volta a Gorizia nel 1917. Ciò che fu importante è la spedizione punitiva austriaca del 1916. Gli austriaci sono stanchi del fatto che le popolazioni del Trentino, che dovrebbero considerarsi austriache, cercano invece di favorire gli italiani. Vengono dunque catturati due tra i più importanti patrioti chiamati Cesare Battisti e Fabio Filzi ed essi vengono processati dagli austriaci. Un altro importante evento fu la disfatta di Caporetto: le truppe tedesche ed austriache mettono in fuga l'esercito italiano che non riesce più a mantenere la sua posizione sul fiume Isonzo. Si trattò di una ritirata ed il fronte si sposto dall'Isonzo al Piave. Questa fu una sconfitta bruciante per l'Italia. Dopo la disfatta di Caporetto, il governo italiano fece cadere la colpa della sconfitta ai soldati. Nelle guerre, però, non c'erano solo i morti, ma anche i prigionieri di guerra. Secondo una convenzione che era stata firmata anche dall'Italia, spettava ai singoli governi mantenere i propri soldati prigionieri. Il problema fu che il governo italiano disattese questo suo dovere, non rispetto questo compito e quindi i soldati italiani non ricevettero cibo e morirono di fame. Il governo italiano, con Cadorna, si macchia di questo fatto vergognoso. Fronte dei mari: a fronteggiarsi sul mare sono le potenze navali, ovvero Gran Bretagna e Germania. Nel 1915 i tedeschi avevano cominciato a silurare con i loro sommergibili le navi che portavano merci in Gran Bretagna. Nel fare questo, avevano silurato il transatlantico Lusitania carico di civili. Negli anni successivi, ci furono scontri navali, ma nessuno di questi fu risolutivo. La Gran Bretagna, quindi, applicò un blocco navale, ovvero cominciò a bloccare le navi che portavano merci e cibo in Germania. La Germania quindi riprese la guerra sottomarina e ciò provocò l'entrata degli Stati Uniti d'America in guerra il 6 aprile 1917. II 1917 fu un anno molto importante non solo per la disfatta di Caporetto che riguardò solo l'Italia, ma si verificò anche un evento importante per la guerra mondiale perché entrano gli Stati Uniti in guerra. Nell'ottobre di quest'anno in Russia scoppia la rivoluzione bolscevica e la Russia esce dalla guerra, perché non riesce a portare avanti contemporaneamente sia una guerra interna che la guerra mondiale. Il presidente dell'America era Wilson. Gli Stati Uniti avevano sostenuto, attraverso sussidi economici, i membri dell'intesa, ma da questo momento decidono intervenire non solo con sostegno economico ma anche militarmente. Gli Stati Uniti entrano in guerra per diversi motivi: Vogliono salvaguardare i crediti che hanno elargito, ovvero vogliono fare sì che le due potenze che stanno finanziando, cioè Francia e Inghilterra, vincano la guerra perché se perdono non possono restituire loro il denaro; Gli Stati Uniti vogliono salvaguardare la loro economia sul mare. GUERRA DI MASSA E IL FRONTE INTERNO → La prima guerra mondiale coinvolse anche i civili e fu una guerra tecnologica, con strumenti che nelle guerre ottocentesche non c'erano. Il fronte interno era quello costituito dai civili. Nella prima guerra mondiale non esiste solo il fronte costituito dai soldati che combattono e stanno nelle trincee, ma c'è anche la popolazione civile che resiste e sostiene il proprio paese in guerra. → Sostenere il proprio paese in guerra significa che i civili vengono chiamati a fare dei prestiti di denaro al governo che è in guerra. I civili vengono chiamati a ridurre i loro consumi per risparmiare e mandare denaro ai soldati. Inoltre i civili vengono chiamati a lavorare nelle fabbriche al posto dei soldati che erano andati in guerra. In questo momento comincia a cambiare anche il ruolo delle donne, che non si occupano più solo della famiglia, ma iniziano a svolgere i lavori che prima erano svolti solo dagli uomini. Si creano fabbriche militarizzate e femminilizzate = nelle fabbriche ci sono regole molto rigide e si chiamano fabbriche militarizzate perché i diritti sindacali non ci sono più e si lavora sempre senza poter esercitare i propri diritti sul lavoro. → Il fronte interno esercitava una certa influenza, ma ad un certo punto il fronte interno cominciò a essere stanco, arrendevole, ovvero cominciò a non farcela più. Il forte interno cominciò a demoralizzarsi e per questo motivo scattò la propaganda militarista. Per il governo era essenziale sostenere i soldati al fronte, ma al tempo stesso era importante anche sostenere moralmente i civili. Questa guerra quindi fu molto pesante anche per i civili, che alla fine si arrendono perché non ce la fanno più. Quindi la guerra stravolse la vita di tutti. → Non ci fu solo la propaganda militarista che puntava a far si che la guerra continuasse, ma ci fu anche un propaganda pacifista per chiedere che la guerra finisse e che ci fosse la pace senza indennità ed annessioni, ovvero lasciando tutto com'era prima. Anche papa Benedetto XV nel 1917 disse "poniamo fine all'inutile strage", ma fu inascoltato. INFLUENZA SPAGNOLA → Mentre infuriava la guerra in Europa, si diffuse un'epidemia influenzale, la cosiddetta influenza spagnola, che portò alla morte di circa 40/50 milioni di persone, cioè più di quelle morte per la guerra stessa. Ci furono diverse ondate. Viene chiamata spagnola perché la Spagna era una potenza non in guerra e quindi era l'unica che dava notizia di questa influenza e ne parlava molto. Quindi il mondo si è convinto che questo problema ci fosse solo in Spagna, ma questa epidemia non riguarda solo la Spagna e dunque questo nome è sbagliato. FINE DELLA GUERRA → La grande guerra finisce nel 1918 e ci sono due battaglie fondamentali: ● Battaglia di Amiens: in Francia, nell'agosto del 1918, succede che le truppe franco inglesi, sotto la guida del generale Foch, sconfiggono i tedeschi. I tedeschi avevano concentrato in Francia le loro truppe e tutto il loro apparato bellico, ma vengono comunque sconfitti. Dopo questa sconfitta ci furono gli armistizi della Bulgaria e della Turchia che erano loro alleate. Guglielmo II, avendo perso la guerra, fugge in Olanda e quindi la Germania rimane senza imperatore e si trasforma in repubblica socialdemocratica. La Germania firmò l'armistizio con la Francia a Rethondes l'11 novembre del 1918. ● → Dopo la fine della guerra, la situazione dopo la guerra era difficile e disastrosa. Dal gennaio al giugno del 1919 ci fu a Parigi la conferenza di pace. I problemi erano diversi e in particolare in Europa 4 imperi erano crollati: ● Battaglia di Vittorio Veneto: a fine ottobre, sotto la guida del generale Diaz, l'Italia vince questa battaglia contro i nemici austriaci. Successivamente viene firmato l'armistizio il 4 novembre del 1918 a Villa Giusti a Padova. ● l'impero zarista non esisteva più perché gli zar erano stati massacrati dai rivoluzionari; l'impero austro-ungarico non c'è più perché anche l'imperatore austriaco era stato sconfitto nel momento in cui l'Austria firmò l'armistizio di Villa Giusti; l'impero tedesco non c'è più perché Guglielmo II è scappato e la Germania è in mano ai socialdemocratici; l'impero ottomano non esiste più perché è stato sconfitto. → I protagonisti delle trattative di pace sono i capi di stato dei paesi vincitori. Essi hanno tutti delle idee diverse: Per l'Inghilterra c'è Lord George: egli vuole creare e portare avanti una politica di equilibrio, vuole un'Europa equilibrata; Per la Francia c'è Clemenceau: egli ha un ottica vendicativa (revanscismo) e la sua idea è quella di punire la Germania a tutti i costi; Per gli Stati Uniti c'è Wilson: egli punta tutto sull'autodeterminazione dei popoli, ossia il diritto dei popoli di autogovernarsi, cioè di mantenere la propria indipendenza e salvaguardare il proprio territorio; per l'Italia c'è Orlando: l'Italia vuole tutto ciò che gli era stato promesso con il patto di Londra. → In realtà non erano 4 i grandi paesi vincitori della guerra, ma solamente tre, ovvero Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Infatti Wilson, durante le trattative di pace, dice che all'Italia bisogna dare quasi tutto, ma non tutto. All'Italia spettavano il Trentino, il Friuli, la città di Trieste e l'Istria, ma non bisognava concederle la Dalmazia e non bisognava ripartire con l'italia le colonie che erano state portate via agli sconfitti. L'Italia si sente dunque un paese di seconda categoria, perché le viene dato meno di ciò che gli era stato promesso. Succede perciò che Orlando torna in Italia, ma gli altri paesi continuano le trattative e quindi egli è costretto a tornare. 14 PUNTI DEL DISCORSO DI WILSON → Durante la conferenza di pace di Parigi, Wilson esplicita i 14 punti che aveva messo a punto l'anno prima, ovvero nel 1918, in un discorso al Senato degli Stati Uniti. In questi punti egli esplicita i valori che avrebbero guidato gli Stati Uniti nella loro partecipazione alla prima guerra mondiale e alle trattative di pace. Prevarrà poi una politica del compromesso, destinata ad aprire nuove falle nell'equilibrio europeo e internazionale. → I punti più importanti del discorso di Wilson sono: L'idea di una società delle nazioni: Wilson pensa che vada creata una società inter e sovranazionale, ovvero una società che lega le nazioni tra di loro, ma allo stesso tempo esercita un ruolo di controllo sulle nazioni stesse. Lo scopo è quello di mantenere della pace ed evitare ulteriori conflitti; Il concetto di autodeterminazione dei popoli: i popoli hanno il diritto di autogovernarsi da soli; ● Viene proposta una riduzione degli armamenti; Nel primo punto, viene affermato che la diplomazia non deve essere segreta, ma limpida, perché essa ha il compito di preservare il rapporto tra gli stati; Nel secondo punto, Wilson afferma che va ripristinato il commercio dei mari; Il nono punto è importante perché è quello che non ha permesso all'Italia di ottenere tutto ciò che gli aspettava secondo il trattato di Saint Germain. L'Italia, in quanto paese vincitore, doveva avere ciò che era stato stabilito nel trattato di Saint Germain, ma non fu così. Gli italiani si aspettavano di più, ma non gli venne data la città di Fiume, che venne lasciata alla Jugoslavia, perché Wilson si oppose. Nel nono punto viene nuovamente affermata l'autodeterminazione dei popoli. → I 14 punti di Wilson sono importanti perché hanno condizionato fortemente le trattative di pace che si tennero. I punti principali sono l'idea di società delle nazioni ed il principio di autodeterminazione dei popoli. SOCIETÀ DELLE NAZIONI → Wilson aveva parlato di una società delle nazioni nei 14 punti che aveva esposto. Nel 1919 a Parigi si crea la società delle nazioni a cui aderirono Italia, Francia, Giappone e Gran Bretagna. → La società nasce subito con alcuni difetti e lacune: La società delle nazioni non ha un esercito comune e quindi, laddove si fossero create delle situazioni di crisi e difficoltà, la società delle nazioni non aveva la capacità di imporre con la forza le proprie decisioni; ● La società delle nazioni non riuscì a realizzare alcuni dei 14 punti di Wilson. La società delle nazioni avrebbe dovuto mantenere i rapporti di pace e di sicurezza tra gli stati e sarebbe dovuta essere strumento dell'autodeterminazione dei popoli, ma non succede ciò. Questo perché le potenze principali di questa società, ossia la Francia e l'Inghilterra, sono imperi coloniali con molte colonie e perciò è difficile parlare di autodeterminazione dei popoli. Solo in alcuni casi viene rispettato questo punto, come per esempio in Italia; Un altro difetto fu che vennero esclusi alcuni paesi come la Germania, che aveva perso la guerra, la Russia, in cui c'era la rivoluzione sovietica, e gli Stati Uniti; Un altro difetto è che questa società si trasformò in una società che esprimeva solo gli interessi di Francia e Inghilterra. Nella società delle nazioni contano solo queste due nazioni soprattutto durante la conferenza di pace di Parigi e dopo il trattato di Sèvres, che riguarda l'ex impero ottomano, poiché ormai esso è crollato e la Turchia si è ridimensionata. Molti territori dell'ex impero ottomano non erano più sotto il dominio degli ottomani e alcuni di questi territori del Medio Oriente, con il trattato di Sèvres, vennero affidati alla Francia e alla Gran Bretagna. Questi territori, che non erano indipendenti e autonomi, furono affidati temporaneamente alla Francia e all'Inghilterra. All'inizio si trattò di un compito di tutela temporanea, ma poi si trasformò in un vero e proprio protettorato. Alla Francia vennero dati la Siria e il Libano, mentre alla Gran Bretagna la Palestina. Il sistema dei mandati dà alla Francia e all'Inghilterra il controllo del Medio Oriente. 3 TRATTATI DI PACE → Durante la conferenza di pace di Parigi, vennero stipulati 3 trattati di pace: Trattato di Versailles del 1919: questo trattato riguarda la Germania, che viene così tanto umiliata da questo trattato, che alla fine degli anni 20 partirà la politica nazionalista ed aggressiva di Hitler che avrà molto successo in Germania. Il trattato di Versailles fu un errore gravissimo, perché creò le basi del consenso a Hitler. Le decisioni prese nel trattato di Versailles hanno gettato le basi per la storia successiva, perché il trattato prevedeva una punizione talmente pesante per i tedeschi che tutta la propaganda nazista parte da questo trattato; ● Trattato di Saint Germain del 1919 che riguarda l'Austria e l'Italia; Trattato di Sèvres del 1920 che riguarda la Turchia. TRATTATO DI VERSAILLES Prevale la linea punitiva francese nei confronti della Germania, che venne pesantemente punita su 3 fronti: Territori: alla Germania vengono sottratti molti territori. I francesi ottengono l'Alsazia e la Lorena. Inoltre ottengono la possibilità di sfruttare le miniere di una regione mineraria tedesca chiamata Saar per 15 anni. Altri territori vengono dati alla Danimarca, mentre ad est vengono date molte terre alla Polonia. Tra i territori sottratti alla Germania e dati alla Polonia c'è il corridoio polacco o corridoio di Danzica: alla Polonia viene donato uno sbocco sul mare, ovvero la città di Danzica. Con la cessione di striscia di terra che dalla Germania passa alla Polonia, la Germania risulta divisa in due e gran parte della vecchia Prussia Orientale viene tolta alla Germania. Questo trattato e la punizione per la Germania fu così pesante che il popolo tedesco accumulò molta sofferenza. Armamenti: viene ampiamente ridotto l'esercito tedesco. Innanzitutto i tedeschi non possono più avere una flotta armata. La Renania viene smilitarizzata ed essa era un territorio che faceva da cuscinetto tra Germania e Francia, dove i tedeschi avevano posto molti soldati. ● Indennità di guerra: sono le spese di guerra da pagare. Venne stabilito che la Germania doveva pagare la somma clamorosa di 132 miliardi di marchi d'oro in non più di 30 anni. La Germania non riuscì a pagare questa indennità tant'è che si indebitò con altri paesi. TRATTATO DI SÈVRES → Questo trattato di pace riguarda l'impero ottomano. La Turchia, con questo trattato, coincide con la penisola anatolica. Con questo trattato, la Turchia cede alcuni territori a noi italiani e alla Grecia cede la città e la costa di Smirne. TRATTATO DI SAINT GERMAIN → In seguito a questo trattato vengono creati 4 nuovi stati: Austria: è molto piccola e non ha più il controllo del mare, poiché Trieste viene data agli italiani. L'Austria viene ridotta ad un ottavo rispetto a ciò che era prima e le vengono tolti tutti gli sbocchi al mare; Ungheria Cecoslovacchia Jugoslavia: è uno stato multietnico in cui vivono serbi, austriaci, bosniaci → È il trattato che in merito all'Italia prende decisioni: all'Italia vengono ceduti il Trentino, il Friuli Venezia Giulia con Trieste e l'Istria. Non viene data all'Italia la città di Fiume, la Dalmazia e neanche le colonie tedesche in Africa e in Asia che vengono tolte sia alla Germania che all'Italia. Questo fatto portò gli italiani, tra cui d'Annunzio, a dire che quella dell'Italia era una vittoria mutilata, ovvero che gli italiani avevano vinto la guerra, ma perso la pace.