Scarica
Google Play
Il risorgimento e l’unità d’italia
Il medioevo
L'età moderna
L'italia e l'europa nel mondo
Decadenza dell’impero romano
Dall'alto medioevo al basso medioevo
Le antiche civiltà
Il nazionalismo e la prima guerra mondiale
Il mondo dell’ottocento
Dalla guerra fredda alle svolte di fine novecento
La grande guerra e le sue conseguenze
Verso un nuovo secolo
L’età dei totalitarismi
La civiltà greca
La civiltà romana
Mostra tutti gli argomenti
I sistemi di regolazione e gli organi di senso
Processo magmatico e rocce ignee
La terra deformata: faglue, pieghe
Processo sedimentario e rocce sedimentarie
La dinamica delle placche
L’atmosfera
Le acque oceaniche
La genetica
La cellula: l'unità elementare dei viventi
La terra: uno sguardo introduttivo
Apparato circolatorio e sistema linfatico
I vulcani
La nutrizione e l'aparato digerente
Le acque continentali
L'energia
Mostra tutti gli argomenti
Filosofia della storia e teoria del progresso dal positivismo a feuerbach
La ricerca dell'assoluto e il rapporto io-natura nell'idealismo tedesco
Cenni sul pensiero medievale
L'illuminismo:
La rivoluzione scientifica e le sue dimensioni filosofico- antropologiche
Filosofie della coscienza: libertà umana, analitica esistenziale e riflessioni sul tempo in heidegger e bergson
La negazione del sistema e le filosofie della crisi: schopenhauer, kierkegaard, nietzsche
L'indagine sull'essere.
Socrate.
Platone
Aristotele.
I molteplici principi della realtà.
Aspetti filosofici dell'umanesimo e del rinascimento
La società e la cultura in età ellenistica.
La ricerca del principio di tutte le cose.
Mostra tutti gli argomenti
La civiltà greca
Simbolismo europeo e divisionismo italiano
Il post-impressionismo
Il barocco romano
Il primo rinascimento a firenze
L’arte paleocristiana e bizantina
La prima metà dell’ottocento. il romanticismo
Il tardo rinascimento
La prima metà del 400
La scultura
L’impressionismo
La seconda metà del 700. il neoclassicismo
L’art nouveau
La prima metà del 700. il rococò
La civiltà gotica
Mostra tutti gli argomenti
57
Condividi
Salva
Scarica
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
Iscriviti
Accesso a tutti i documenti
Unisciti a milioni di studenti
Migliora i tuoi voti
Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.
1 ARTE PALEOCRISTIANA Primi luoghi di culto e sepoltura Già a partire dal I sec. d.C. il messaggio cristiano si diffuse al di fuori della Palestina, nella maggior parte dei territori dell'Impero. Il Cristianesimo si diffuse insieme a tanti altri culti, molti di origine orientale. Tutti erano accomunati dall'idea di una vita ultraterrena e di un riscatto dopo la morte. La facilità di comunicazione all'interno dell'Impero favorì il dilagare delle nuove religioni. Fino alla fine del II sec non ci fu una vera e propria arte cristiana. Venivano utilizzati schemi iconografici, tecniche e forme proprie della produzione pagana. Dopo l'Editto di Milano, la libertà di culto determinò anche la nascita di un'arte propriamente cristiana, che, relativamente a questo periodo e fino alle invasioni barbariche, è definita Paleocristiana. Prima dell'Editto di Milano, i cristiani si riunivano clandestinamente nelle loro case (domus ecclesiae) per celebrare i loro riti. In seguito, alle domus ecclesiae si sostituirono i tituli, cioè intere costruzioni messe a disposizione della chiesa per tutte le sue funzioni: rito, abitazione del clero, attività didattiche e caritatevoli) Questi nuovi edifici venivano identificati con il nome di colui che aveva effettuato la riconversione dell'edificio. I tituli erano le tavolette recanti il nome del proprietario. All'inizio del III sec. Roma aveva 25 tituli. Durante il IV sec. essi furono ampliati o trasformati in vere e...
Utente iOS
Stefano S, utente iOS
Susanna, utente iOS
proprie basiliche I defunti, invece, erano seppelliti in cimiteri sotterranei chiamati catacombe. Lungo le pareti degli ambulacri erano ricavati loculi o arcosoli (nicchie con copertura ad arco) per le salme, poi chiuse da lastre di marmo o mattoni. Dai corridoi si accedeva, inoltre, ad ambienti quadrangolari con tombe lungo le pareti (cripte), dove venivano sepolti maggiormente santi, pontefici, vescovi o martiri. Spesso le tombe erano disposte ai lati di cubicoli. I signori più ricchi possedevano gli ipogei privati, più piccoli rispetto alle catacombe e più riccamente decorati. La decorazione delle catacombe ha caratteri fortemente simbolici. In origine prevalse la tecnica compendiaria, la figura veniva indicata con tratti essenziali. Ogni immagine allude a dei precisi concetti legati al Cristianesimo, ma molte raffigurazioni non differivano da quelle pagane. Dopo il 313 si cominciano a realizzare anche mosaici e appare la figura di Cristo e della Madonna. Iconografia XP: il monogramma di Gesù è composto dalle iniziali del nome greco di Cristo (Xristos), le lettere X (chi) e P (ro) intrecciate insieme. Al 2 monogramma si affiancano Alfa ed Omega, cioè la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Indicano Cristo principio e fine di ogni cosa come scritto nell'Apocalisse. PAVONE: secondo la credenza il pavone perde le penne in autunno e le rimette in primavera simboleggiando la rinascita spirituale. Gli "occhi" nelle penne della coda simbolizzano l'onniscienza di Dio che vede e sa tutto. ANCORA: con un taglio trasversale rappresenta la croce. I due pesci rappresentano i cristiani "catturati" dalla fede in Cristo. COLOMBA: è citata nel Vangelo di Matteo e simboleggia lo Spirito Santo, l'anima e la pace. BUON PASTORE: rimanda al Vangelo di Giovanni. Simboleggia Cristo che accudisce i suoi fedeli come un pastore fa con le sue pecore. SERPENTE: nei testi sacri il serpente è l'incarnazione del male, il tentatore di Adamo ed Eva e il responsabile del peccato originale. GIONA: la storia del profeta Giona, inghiottito da una balena e rigettato dopo tre giorni sulla spiaggia, richiama la morte e la resurrezione di Cristo. VITE E GRAPPOLI D'UVA: la vite è citata nel Vangelo di Giovanni ed è simbolo di Cristo e della fede. I tralci simboleggiano la chiesa mentre l'immagine dell'uva e del vino rimandano alla passione di Cristo e all'episodio dell'ultima cena. La basilica cristiana Nel momento in cui Costantino concede la libertà di culto, egli stesso fa costruire le prime chiese. Stilisticamente legata all'arte romana, la basilica paleocristiana riprende le tipologie costruttive della basilica a pianta longitudinale e del ninfeo a pianta centrale, due edifici civili tipici dell'architettura romana, convertendo gli spazi per le nuove funzionalità liturgiche. Per la basilica a pianta longitudinale viene ripreso lo schema di quella romana (utilizzata come tribunale e luogo di scambi), costituito da una lunga aula coperta da soffitto ligneo e divisa in 3 o 5 navate con i lati corti semicircolari. La basilica cristiana, a differenza di quella romana, ha un solo lato corto semicircolare (abside) coperto da un quarto di sfera (catino), sul fondo della basilica. L'ingresso avviene sul lato opposto e non sul lato lungo in modo che si crei un percorso da ovest ad est, in direzione del sole che nasce, infatti collocando l'ingresso sul lato corto si definiva dall'entrata il percorso verso l'altare, posto sul lato opposto, nel presbiterio. Tutte le basiliche paleocristiane presentano proprio questo orientamento. 3 Verrà successivamente introdotto anche un braccio trasversale (transetto) che dà alla pianta l'aspetto simbolico di una croce e presenta il quadriportico per i non battezzati, al cui al centro sorgeva infatti una vasca per il battesimo. Talora, poteva estendersi un porticato chiamato nartece. La basilica di San Pietro Si deve a Costantino la prima costruzione della Basilica di San Pietro a Roma sul luogo dove la tradizione voleva la sepoltura dell'apostolo Pietro. I lavori sarebbero cominciati nel 319 e terminati nel 350, dopo la morte dell'imperatore. Aveva 5 navate, un lungo transetto e un ampio quadriportico. Inizialmente aveva una funzione cimiteriale in quanto costruita sulla tomba dell'apostolo Pietro. Proprio per accogliere numerosi pellegrini la chiesa era eccezionalmente grande e si concludeva con un martyrium in onore del santo. La precedeva un quadriportico con una vasca per la purificazione dei fedeli. Dal quadriportico si avviava un percorso fino all'altare, che dava uno spiccato senso longitudinale alla chiesa. L'abside si trovava esattamente sopra la tomba di san Pietro. Pianta circolare e pianta a croce greca In epoca paleocristiana vengono ripresi anche gli schemi del tempio a "pianta centrale" per la costruzione di battisteri e mausolei Due modelli: ● Pianta circolare con deambulatorio cioè un corridoio anulare separato con un giro di colonne dal vano centrale, talvolta coperto da cupola ● Pianta a croce greca (usato da Costantino per il proprio mausoleo a Costantinopoli, Apostoleion e che divenne frequente per i martyria) Al centro di questi vani a pianta centrale sta la vasca per il battesimo (battistero) o il sarcofago del defunto (mausoleo), 4 bracci con uguale lunghezza, ogni braccio coperto da una cupola, un ambulacro correva per tutto il perimetro. I battisteri Dalla fine del IV secolo, i battisteri erano separati dal corpo delle chiese, o addossati ad esse; nel secolo successivo, seguirono modelli formali ben definiti. Nei primi esempi, i battisteri avevano una copertura a cupola impostata su pianta centrale e coperta da tetto in legno. La tipologia più frequente era quella ottagonale, anche perché ricca di implicazioni simboliche: otto, ad esempio, sono i cori degli angeli che circondano il trono di Dio. Le pareti interne venivano mosse da absidi e vani 4 rettangolari, molte volte alternati tra loro. Al centro vi era il fonte battesimale in pietra, nel quale, in origine, i battezzandi si immergevano con tutto il corpo; dal V secolo, comunque, potevano coesistere due fonti battesimali, a testimoniare la compresenza del rito a immersione e ad aspersione. Le decorazioni interne erano sempre molto ricche: le pareti erano rivestite in lastre di pietra, eccellevano le transenne torio e lavorate a rilievo o traforate con motivi astratti e i pavimenti presentavano tarsie policrome o mosaici, Splendidi mosaici, infine, potevano decorare le superfici interne delle cupole. Il Battistero di San Giovanni in Laterano, o San Giovanni in Fonte, venne eretto a Roma al tempo di Costantino su un ninfeo dell'area termale (forse adattando l'impianto circolare) dell'antico Palazzo dei Laterani. Forse l'originale edificio era già ottagonale (corrispondente all'involucro esterno attuale). L'edificio fu uno dei primi esempi di costruzione cristiana isolata e a pianta centrale, servì da modello per le costruzioni successive. L'edificio venne ridefinito con l'aggiunta, attorno alla fonte battesimale, di due ordini sovrapposti di colonne e della copertura. Al V secolo risale l'atrio a sud, con absidi laterali e due colonne in porfido trabeate. Esso ospita ancora mosaici originali. Le colonne inferiori, di spoglio, sono in porfido rosso, con capitelli ionici, corinzi e sorreggono una trabeazione di marmo; le colonne superiori, più sottili, sono in raffinato marmo bianco. Attorno al vano centrale, che conserva il fonte battesimale (una vasca romana di basalto verde utilizzata), corre un alto deambulatorio, un tempo voltato a botte, sul modello dei mausolei costantiniani. La scultura La scultura si esprime soprattutto nei rilievi sui sarcofagi, che continuano la tradizione pagana, ma assieme alle figurazioni naturalistiche o geometriche usate anche dai romani, si incontrano immagini di Cristo (spesso nei panni del buon pastore), dei profeti e degli apostoli. Rare le rappresentazioni a tutto tondo, si preferirono i bassorilievi, più vicini a una sensibilità simbolica astratta grazie alla bidimensionalità. Nonostante le figure rappresentate fossero tipiche della cultura pagana, la presenza di riquadri separati porta a separare il principio narrativo proprio dell'arte romana. La tecnica e il linguaggio scultoreo però riprendono le maestranze romane in quanto le figure sono modellate a forte rilievo e con senso di movimento, anche se le figure, apparendo tutte su uno stesso piano, riducono l'effetto di profondità, dando così una nota astratta. 5 Il sarcogafo di Giuinio Basso (seconda metà IV sec. d.C.) - Musei Vaticani Il sarcofago si data intorno al 359 d.C., quando muore Giunio Basso, prefetto di Roma, da poco convertitosi al Cristianesimo. L'opera è considerata un capolavoro di tecnica e di invenzione, che unisce le caratteristiche dell'arte romana pagana ai nuovi contenuti della religione cristiana. Le immagini sono disposte su due piani sovrapposti. Vi sono scolpiti dieci episodi, tratti dall'Antico Testamento e dai Vangeli, che sono suddivisi da colonne che nel registro inferiore sorreggono archetti alternati a timpani, mentre in quello superiore sostengono un architrave. L'opera riprende schemi dell'arte classica nella partizione ritmica dello spazio e nella resa volumetrica delle figure profondamente incavate ed emergenti dalle nicchie. Tutte le scene sono ricche di significati simbolici e di analogie con l'arte romana imperiale: Cristo in trono è rappresentato come un imperatore, in quanto è Signore dell'Universo. Si è supposto che l'autore sia uno scultore greco proveniente dall'oriente, dove l'arte non era stata contaminata da influssi barbarici. Il sarcofago è realizzato in marmo del Pentelico Raffigurazioni Sacrificio di Isacco: in alto a sinistra è la mano di Dio che ferma Abramo. Questo episodio prefigura il sacrificio di Cristo sulla croce. Sofferenza e pazienza di Giobbe: come gli altri profeti qui scolpiti simboleggia la speranza nella salvezza dell'umanità. basso prima da sinistra Il peccato originale: Adamo ed Eva sono ai due lati dell'albero su cui si attorciglia il serpente. Ricordano la colpa dalla quale Cristo ha riscattato l'umanità. basso secondo da sinistra. Cattura dell'apostolo Pietro: questi è legato tra due soldati in una soluzione simile all'ultimo episodio. alto secondo da sinistra. Cristo tra i santi Pietro e Paolo: è rappresentato in trono con la personificazione del cielo sotto i piedi. alto centrale. Cristo davanti a Ponzio Pilato: Gesù è come un giovane filosofo con i capelli lunghi con un rotolo di pergamena in mano, intento a esporre i suoi insegnamenti. Secondo alto da destra. Entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme: basso centrale Daniele nella fossa dei leoni: Daniele non si cura delle belve ma volge lo sguardo verso il cielo. basso secondo da destra 6 Paolo di Tarso condotto al supplizio: il martirio non è rappresentato in modo cruento, si vede solo l'apostolo condotto a morte da due uomini. basso primo da destra. Il sarcofago marmoreo di Adelfia Fu rinvenuto nel 1872 all'interno della catacomba di S. Giovanni a Siracusa. Databile alla tarda età costantiniana (secondo venticinquennio del IV sec. a.C.), fu reimpiegato nei primi decenni del V secolo per la sepoltura di Adelfia, moglie del "comes Balerius" (Valerius); i nomi dei due coniugi ricorrono nell'iscrizione della tabula ansata sul coperchio ((H)IC ADELFIA C(LARISSIMA) F(EMINA) POSITA CONPAR BALERI COMITIS). Il medaglione centrale rappresenterebbe un ritratto della coppia. Il sarcofago presenta tredici decorazioni di iconografia cristiana disposte su doppio registro: otto sono tratte dal Nuovo Testamento, le altre cinque dal Vecchio Testamento. Gli episodi sono raffigurati in tre fasce sovrapposte, sulla cassa si succedono 13 scene, con circa sessanta figure che formano un unico fregio continuo. Al centro, dentro una conchiglia (simbolo di rinascita), sono raffigurati i due defunti. Le figure sono disposte verticali e parallele fra loro. I mosaici Nelle prime chiese cristiane le opere figurative svolgevano un ruolo fondamentale, Gregorio Magno ne affermò le potenzialità per l'evangelizzazione dei fedeli che non erano in grado di leggere i testi sacri, al punto da chiamare le rappresentazioni figurative biblia pauperum, la 'bibbia dei poveri. La tecnica maggiormente utilizzata per decorare pareti interne e pavimenti delle chiese fu il mosaico. Consisteva nell'accostare frammenti di pietra, ceramica o pasta vitrea colorata (tessere) fino a comporre le figure, che risultano più facilmente leggibili da una certa distanza. I rivestimenti musivi erano caratterizzati da una luminosità diffusa, dovuta a un accorgimento tecnico: le tessere erano disposte con inclinazioni diverse, in modo che i raggi venissero riflessi in molteplici direzioni, dissolvendo percettivamente la consistenza dei supporti murari. Le immagini rivestono le superfici interne degli edifici concentrandosi nelle zone absidali (i temi più frequenti erano il Giudizio finale o il Trionfo di Cristo), o sulle pareti della navata centrale, dove avevano, invece, una funzione narrativa. Nelle basiliche paleocristiane la luce, espressione incorporea a presenza divina, viene esaltata dalla tecnica musiva e volge diffusamente lo spazio che sembra, così, irreale. Anche gli elementi architettonici venivano lavorati ad intarsio o con rilievi molto appiattiti. 7 L'arte musiva, infatti veniva usata in Mesopotamia per decorare i pavimenti, essendo molto più resistente della pittura. In età cristiana invece venne usata anche per soffitti e pareti. I mosaici più frequenti sono quelli in pasta vitrea i quali erano già noti agli egizi. Per accrescere la lucentezza delle tessere in pasta vitrea si laminava in oro la superficie o si mescolava all'impasto l'ossido di piombo. Per avere diverse sfumature di colore si lavorava la pasta con ossidi (ossido di ferro giallo, verde e azzurro). =
57
Condividi
Salva
sintesi sui principali caratteri dell'arte paleocristiana
386
sintesi
31
introduzione generale sull'arte paleocristiana-prime chiese-tipologie di pianta-basilica di S.Pietro a Roma-mausoleo di S.Costanza-sarcofago di Giunio Basso-basiluca di S.Lorenzo a Milano-basilica di S.Sofia Costantinopoli
152
introduzione, i mosaici, l’arte a Ravenna, la basilica di san Vitale
39
C’è un po’ di tutto
3
descrizione di diverse opere del periodo paleocristiano
48
Arte Paleocristiana, appunti presi in classe e sintesi del libro, secondo superiore, Liceo scientifico delle scienze applicate
1 ARTE PALEOCRISTIANA Primi luoghi di culto e sepoltura Già a partire dal I sec. d.C. il messaggio cristiano si diffuse al di fuori della Palestina, nella maggior parte dei territori dell'Impero. Il Cristianesimo si diffuse insieme a tanti altri culti, molti di origine orientale. Tutti erano accomunati dall'idea di una vita ultraterrena e di un riscatto dopo la morte. La facilità di comunicazione all'interno dell'Impero favorì il dilagare delle nuove religioni. Fino alla fine del II sec non ci fu una vera e propria arte cristiana. Venivano utilizzati schemi iconografici, tecniche e forme proprie della produzione pagana. Dopo l'Editto di Milano, la libertà di culto determinò anche la nascita di un'arte propriamente cristiana, che, relativamente a questo periodo e fino alle invasioni barbariche, è definita Paleocristiana. Prima dell'Editto di Milano, i cristiani si riunivano clandestinamente nelle loro case (domus ecclesiae) per celebrare i loro riti. In seguito, alle domus ecclesiae si sostituirono i tituli, cioè intere costruzioni messe a disposizione della chiesa per tutte le sue funzioni: rito, abitazione del clero, attività didattiche e caritatevoli) Questi nuovi edifici venivano identificati con il nome di colui che aveva effettuato la riconversione dell'edificio. I tituli erano le tavolette recanti il nome del proprietario. All'inizio del III sec. Roma aveva 25 tituli. Durante il IV sec. essi furono ampliati o trasformati in vere e...
1 ARTE PALEOCRISTIANA Primi luoghi di culto e sepoltura Già a partire dal I sec. d.C. il messaggio cristiano si diffuse al di fuori della Palestina, nella maggior parte dei territori dell'Impero. Il Cristianesimo si diffuse insieme a tanti altri culti, molti di origine orientale. Tutti erano accomunati dall'idea di una vita ultraterrena e di un riscatto dopo la morte. La facilità di comunicazione all'interno dell'Impero favorì il dilagare delle nuove religioni. Fino alla fine del II sec non ci fu una vera e propria arte cristiana. Venivano utilizzati schemi iconografici, tecniche e forme proprie della produzione pagana. Dopo l'Editto di Milano, la libertà di culto determinò anche la nascita di un'arte propriamente cristiana, che, relativamente a questo periodo e fino alle invasioni barbariche, è definita Paleocristiana. Prima dell'Editto di Milano, i cristiani si riunivano clandestinamente nelle loro case (domus ecclesiae) per celebrare i loro riti. In seguito, alle domus ecclesiae si sostituirono i tituli, cioè intere costruzioni messe a disposizione della chiesa per tutte le sue funzioni: rito, abitazione del clero, attività didattiche e caritatevoli) Questi nuovi edifici venivano identificati con il nome di colui che aveva effettuato la riconversione dell'edificio. I tituli erano le tavolette recanti il nome del proprietario. All'inizio del III sec. Roma aveva 25 tituli. Durante il IV sec. essi furono ampliati o trasformati in vere e...
Utente iOS
Stefano S, utente iOS
Susanna, utente iOS
proprie basiliche I defunti, invece, erano seppelliti in cimiteri sotterranei chiamati catacombe. Lungo le pareti degli ambulacri erano ricavati loculi o arcosoli (nicchie con copertura ad arco) per le salme, poi chiuse da lastre di marmo o mattoni. Dai corridoi si accedeva, inoltre, ad ambienti quadrangolari con tombe lungo le pareti (cripte), dove venivano sepolti maggiormente santi, pontefici, vescovi o martiri. Spesso le tombe erano disposte ai lati di cubicoli. I signori più ricchi possedevano gli ipogei privati, più piccoli rispetto alle catacombe e più riccamente decorati. La decorazione delle catacombe ha caratteri fortemente simbolici. In origine prevalse la tecnica compendiaria, la figura veniva indicata con tratti essenziali. Ogni immagine allude a dei precisi concetti legati al Cristianesimo, ma molte raffigurazioni non differivano da quelle pagane. Dopo il 313 si cominciano a realizzare anche mosaici e appare la figura di Cristo e della Madonna. Iconografia XP: il monogramma di Gesù è composto dalle iniziali del nome greco di Cristo (Xristos), le lettere X (chi) e P (ro) intrecciate insieme. Al 2 monogramma si affiancano Alfa ed Omega, cioè la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Indicano Cristo principio e fine di ogni cosa come scritto nell'Apocalisse. PAVONE: secondo la credenza il pavone perde le penne in autunno e le rimette in primavera simboleggiando la rinascita spirituale. Gli "occhi" nelle penne della coda simbolizzano l'onniscienza di Dio che vede e sa tutto. ANCORA: con un taglio trasversale rappresenta la croce. I due pesci rappresentano i cristiani "catturati" dalla fede in Cristo. COLOMBA: è citata nel Vangelo di Matteo e simboleggia lo Spirito Santo, l'anima e la pace. BUON PASTORE: rimanda al Vangelo di Giovanni. Simboleggia Cristo che accudisce i suoi fedeli come un pastore fa con le sue pecore. SERPENTE: nei testi sacri il serpente è l'incarnazione del male, il tentatore di Adamo ed Eva e il responsabile del peccato originale. GIONA: la storia del profeta Giona, inghiottito da una balena e rigettato dopo tre giorni sulla spiaggia, richiama la morte e la resurrezione di Cristo. VITE E GRAPPOLI D'UVA: la vite è citata nel Vangelo di Giovanni ed è simbolo di Cristo e della fede. I tralci simboleggiano la chiesa mentre l'immagine dell'uva e del vino rimandano alla passione di Cristo e all'episodio dell'ultima cena. La basilica cristiana Nel momento in cui Costantino concede la libertà di culto, egli stesso fa costruire le prime chiese. Stilisticamente legata all'arte romana, la basilica paleocristiana riprende le tipologie costruttive della basilica a pianta longitudinale e del ninfeo a pianta centrale, due edifici civili tipici dell'architettura romana, convertendo gli spazi per le nuove funzionalità liturgiche. Per la basilica a pianta longitudinale viene ripreso lo schema di quella romana (utilizzata come tribunale e luogo di scambi), costituito da una lunga aula coperta da soffitto ligneo e divisa in 3 o 5 navate con i lati corti semicircolari. La basilica cristiana, a differenza di quella romana, ha un solo lato corto semicircolare (abside) coperto da un quarto di sfera (catino), sul fondo della basilica. L'ingresso avviene sul lato opposto e non sul lato lungo in modo che si crei un percorso da ovest ad est, in direzione del sole che nasce, infatti collocando l'ingresso sul lato corto si definiva dall'entrata il percorso verso l'altare, posto sul lato opposto, nel presbiterio. Tutte le basiliche paleocristiane presentano proprio questo orientamento. 3 Verrà successivamente introdotto anche un braccio trasversale (transetto) che dà alla pianta l'aspetto simbolico di una croce e presenta il quadriportico per i non battezzati, al cui al centro sorgeva infatti una vasca per il battesimo. Talora, poteva estendersi un porticato chiamato nartece. La basilica di San Pietro Si deve a Costantino la prima costruzione della Basilica di San Pietro a Roma sul luogo dove la tradizione voleva la sepoltura dell'apostolo Pietro. I lavori sarebbero cominciati nel 319 e terminati nel 350, dopo la morte dell'imperatore. Aveva 5 navate, un lungo transetto e un ampio quadriportico. Inizialmente aveva una funzione cimiteriale in quanto costruita sulla tomba dell'apostolo Pietro. Proprio per accogliere numerosi pellegrini la chiesa era eccezionalmente grande e si concludeva con un martyrium in onore del santo. La precedeva un quadriportico con una vasca per la purificazione dei fedeli. Dal quadriportico si avviava un percorso fino all'altare, che dava uno spiccato senso longitudinale alla chiesa. L'abside si trovava esattamente sopra la tomba di san Pietro. Pianta circolare e pianta a croce greca In epoca paleocristiana vengono ripresi anche gli schemi del tempio a "pianta centrale" per la costruzione di battisteri e mausolei Due modelli: ● Pianta circolare con deambulatorio cioè un corridoio anulare separato con un giro di colonne dal vano centrale, talvolta coperto da cupola ● Pianta a croce greca (usato da Costantino per il proprio mausoleo a Costantinopoli, Apostoleion e che divenne frequente per i martyria) Al centro di questi vani a pianta centrale sta la vasca per il battesimo (battistero) o il sarcofago del defunto (mausoleo), 4 bracci con uguale lunghezza, ogni braccio coperto da una cupola, un ambulacro correva per tutto il perimetro. I battisteri Dalla fine del IV secolo, i battisteri erano separati dal corpo delle chiese, o addossati ad esse; nel secolo successivo, seguirono modelli formali ben definiti. Nei primi esempi, i battisteri avevano una copertura a cupola impostata su pianta centrale e coperta da tetto in legno. La tipologia più frequente era quella ottagonale, anche perché ricca di implicazioni simboliche: otto, ad esempio, sono i cori degli angeli che circondano il trono di Dio. Le pareti interne venivano mosse da absidi e vani 4 rettangolari, molte volte alternati tra loro. Al centro vi era il fonte battesimale in pietra, nel quale, in origine, i battezzandi si immergevano con tutto il corpo; dal V secolo, comunque, potevano coesistere due fonti battesimali, a testimoniare la compresenza del rito a immersione e ad aspersione. Le decorazioni interne erano sempre molto ricche: le pareti erano rivestite in lastre di pietra, eccellevano le transenne torio e lavorate a rilievo o traforate con motivi astratti e i pavimenti presentavano tarsie policrome o mosaici, Splendidi mosaici, infine, potevano decorare le superfici interne delle cupole. Il Battistero di San Giovanni in Laterano, o San Giovanni in Fonte, venne eretto a Roma al tempo di Costantino su un ninfeo dell'area termale (forse adattando l'impianto circolare) dell'antico Palazzo dei Laterani. Forse l'originale edificio era già ottagonale (corrispondente all'involucro esterno attuale). L'edificio fu uno dei primi esempi di costruzione cristiana isolata e a pianta centrale, servì da modello per le costruzioni successive. L'edificio venne ridefinito con l'aggiunta, attorno alla fonte battesimale, di due ordini sovrapposti di colonne e della copertura. Al V secolo risale l'atrio a sud, con absidi laterali e due colonne in porfido trabeate. Esso ospita ancora mosaici originali. Le colonne inferiori, di spoglio, sono in porfido rosso, con capitelli ionici, corinzi e sorreggono una trabeazione di marmo; le colonne superiori, più sottili, sono in raffinato marmo bianco. Attorno al vano centrale, che conserva il fonte battesimale (una vasca romana di basalto verde utilizzata), corre un alto deambulatorio, un tempo voltato a botte, sul modello dei mausolei costantiniani. La scultura La scultura si esprime soprattutto nei rilievi sui sarcofagi, che continuano la tradizione pagana, ma assieme alle figurazioni naturalistiche o geometriche usate anche dai romani, si incontrano immagini di Cristo (spesso nei panni del buon pastore), dei profeti e degli apostoli. Rare le rappresentazioni a tutto tondo, si preferirono i bassorilievi, più vicini a una sensibilità simbolica astratta grazie alla bidimensionalità. Nonostante le figure rappresentate fossero tipiche della cultura pagana, la presenza di riquadri separati porta a separare il principio narrativo proprio dell'arte romana. La tecnica e il linguaggio scultoreo però riprendono le maestranze romane in quanto le figure sono modellate a forte rilievo e con senso di movimento, anche se le figure, apparendo tutte su uno stesso piano, riducono l'effetto di profondità, dando così una nota astratta. 5 Il sarcogafo di Giuinio Basso (seconda metà IV sec. d.C.) - Musei Vaticani Il sarcofago si data intorno al 359 d.C., quando muore Giunio Basso, prefetto di Roma, da poco convertitosi al Cristianesimo. L'opera è considerata un capolavoro di tecnica e di invenzione, che unisce le caratteristiche dell'arte romana pagana ai nuovi contenuti della religione cristiana. Le immagini sono disposte su due piani sovrapposti. Vi sono scolpiti dieci episodi, tratti dall'Antico Testamento e dai Vangeli, che sono suddivisi da colonne che nel registro inferiore sorreggono archetti alternati a timpani, mentre in quello superiore sostengono un architrave. L'opera riprende schemi dell'arte classica nella partizione ritmica dello spazio e nella resa volumetrica delle figure profondamente incavate ed emergenti dalle nicchie. Tutte le scene sono ricche di significati simbolici e di analogie con l'arte romana imperiale: Cristo in trono è rappresentato come un imperatore, in quanto è Signore dell'Universo. Si è supposto che l'autore sia uno scultore greco proveniente dall'oriente, dove l'arte non era stata contaminata da influssi barbarici. Il sarcofago è realizzato in marmo del Pentelico Raffigurazioni Sacrificio di Isacco: in alto a sinistra è la mano di Dio che ferma Abramo. Questo episodio prefigura il sacrificio di Cristo sulla croce. Sofferenza e pazienza di Giobbe: come gli altri profeti qui scolpiti simboleggia la speranza nella salvezza dell'umanità. basso prima da sinistra Il peccato originale: Adamo ed Eva sono ai due lati dell'albero su cui si attorciglia il serpente. Ricordano la colpa dalla quale Cristo ha riscattato l'umanità. basso secondo da sinistra. Cattura dell'apostolo Pietro: questi è legato tra due soldati in una soluzione simile all'ultimo episodio. alto secondo da sinistra. Cristo tra i santi Pietro e Paolo: è rappresentato in trono con la personificazione del cielo sotto i piedi. alto centrale. Cristo davanti a Ponzio Pilato: Gesù è come un giovane filosofo con i capelli lunghi con un rotolo di pergamena in mano, intento a esporre i suoi insegnamenti. Secondo alto da destra. Entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme: basso centrale Daniele nella fossa dei leoni: Daniele non si cura delle belve ma volge lo sguardo verso il cielo. basso secondo da destra 6 Paolo di Tarso condotto al supplizio: il martirio non è rappresentato in modo cruento, si vede solo l'apostolo condotto a morte da due uomini. basso primo da destra. Il sarcofago marmoreo di Adelfia Fu rinvenuto nel 1872 all'interno della catacomba di S. Giovanni a Siracusa. Databile alla tarda età costantiniana (secondo venticinquennio del IV sec. a.C.), fu reimpiegato nei primi decenni del V secolo per la sepoltura di Adelfia, moglie del "comes Balerius" (Valerius); i nomi dei due coniugi ricorrono nell'iscrizione della tabula ansata sul coperchio ((H)IC ADELFIA C(LARISSIMA) F(EMINA) POSITA CONPAR BALERI COMITIS). Il medaglione centrale rappresenterebbe un ritratto della coppia. Il sarcofago presenta tredici decorazioni di iconografia cristiana disposte su doppio registro: otto sono tratte dal Nuovo Testamento, le altre cinque dal Vecchio Testamento. Gli episodi sono raffigurati in tre fasce sovrapposte, sulla cassa si succedono 13 scene, con circa sessanta figure che formano un unico fregio continuo. Al centro, dentro una conchiglia (simbolo di rinascita), sono raffigurati i due defunti. Le figure sono disposte verticali e parallele fra loro. I mosaici Nelle prime chiese cristiane le opere figurative svolgevano un ruolo fondamentale, Gregorio Magno ne affermò le potenzialità per l'evangelizzazione dei fedeli che non erano in grado di leggere i testi sacri, al punto da chiamare le rappresentazioni figurative biblia pauperum, la 'bibbia dei poveri. La tecnica maggiormente utilizzata per decorare pareti interne e pavimenti delle chiese fu il mosaico. Consisteva nell'accostare frammenti di pietra, ceramica o pasta vitrea colorata (tessere) fino a comporre le figure, che risultano più facilmente leggibili da una certa distanza. I rivestimenti musivi erano caratterizzati da una luminosità diffusa, dovuta a un accorgimento tecnico: le tessere erano disposte con inclinazioni diverse, in modo che i raggi venissero riflessi in molteplici direzioni, dissolvendo percettivamente la consistenza dei supporti murari. Le immagini rivestono le superfici interne degli edifici concentrandosi nelle zone absidali (i temi più frequenti erano il Giudizio finale o il Trionfo di Cristo), o sulle pareti della navata centrale, dove avevano, invece, una funzione narrativa. Nelle basiliche paleocristiane la luce, espressione incorporea a presenza divina, viene esaltata dalla tecnica musiva e volge diffusamente lo spazio che sembra, così, irreale. Anche gli elementi architettonici venivano lavorati ad intarsio o con rilievi molto appiattiti. 7 L'arte musiva, infatti veniva usata in Mesopotamia per decorare i pavimenti, essendo molto più resistente della pittura. In età cristiana invece venne usata anche per soffitti e pareti. I mosaici più frequenti sono quelli in pasta vitrea i quali erano già noti agli egizi. Per accrescere la lucentezza delle tessere in pasta vitrea si laminava in oro la superficie o si mescolava all'impasto l'ossido di piombo. Per avere diverse sfumature di colore si lavorava la pasta con ossidi (ossido di ferro giallo, verde e azzurro). =