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La questione omerica La letteratura greca si apre con due opere di valore universale, l'lliade e l'Odissea. Ancora oggi ci domandiamo se Omero sia esistito o no, se sia autore di tutti e due i poemi oppure di uno solo, e soprattutto in che rapporto sia con le opere che ci sono giunte. Per gli antichi greci Omero era un aedo, cantore cieco. Dopo l'età ellenistica si cominciò a mettere in dubbio che un solo autore avesse potuto comporre 2 opere così ampie e diverse tra loro. Nacque così la "questione omerica". Nell'ottocento, con gli studi di alcuni filologi tedeschi nacquero due linee di pensiero diverse: Gli analisti o separatisti che sostengono la presenza di una pluralità di autori; Gli unitari che sostengono l'esistenza di un unico autore per entrambe le opere. Friedrich August Wolf (studioso dell'antichità tedesco) osservando la presenza nei poemi di vari elementi appartenenti ad epoche diverse concluse che Omero era soltanto il più famoso tra molti aedi (autori di diversi canti), poi fusi insieme. Individuò nell'Odissea sei punti differenti a suo dire messi insieme da un compilatore. Secondo gli studi sulla sull'oralità di Milman Perry (anni 20 del 900) la presenza di versi ripetuti o di episodi identici doveva essere interpretata come un insieme di fenomeni che dipendevano dall'improvvisazione, dalla necessità di memorizzare per il...
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Stefano S, utente iOS
Susanna, utente iOS
cantore e di riconoscimento immediato per il pubblico. Secondo Milman Perry infatti l'lliade e l'Odissea sono state composte oralmente. Gli aedi erano cantori di professione che componevano canti epici e li recitavano in occasione di banchetti nelle case dei nobili. La trasmissione di questi canti avveniva attraverso l'oralità. Essi molto spesso erano ciechi ma amati dagli dei. I rapsodi erano artisti che si limitavano a riprodurre nel canto testi scritti senza modificarli. L'ILIADE C L'Iliade, il più antico dei poemi omerici, trae il nome da Ilio, altra denominazione della città di Troia, fulcro della lunga guerra che secondo il mito avrebbe visto scontrarsi Greci e Troiani. Gli antefatti (La Gara di bellezza) Alle nozze di Peleo e Teti, la dea Eris (che in greco significa "discordia"), non invitata al banchetto nuziale a causa del suo carattere litigioso, suscitò un'aspra contesa soprattutto tra Atena (dea della sapienza, delle arti e della scienza), Era (moglie di Zeus) e Afrodite (dea della bellezza), ciascuna convinta di avere diritto al titolo. Gli dèi decisero di rivolgersi a un mortale, Paride. Le tre dee gli offrirono dei doni. La scelta di Paride cadde sul dono promesso da Afrodite, che lo aiutò a rapire Elena (presentata come la più bella donna del mondo antico, secondo il mito questa sua bellezza è causa della guerra di Troia, morti, lutti e rovine) facendo in modo che si innamorasse a prima vista di lui e lo seguisse volontariamente a Troia. Le conseguenze non tardarono manifestarsi: Atena ed Era, ferite nel loro orgoglio femminile, giurarono odio ai Troiani, mentre Menelao, insieme al fratello Agamennone e agli altri sovrani greci (Achille, Odisseo, Diomede, Nestore, Aiace...), organizzò una spedizione diretta a Troia per riprendere con sé Elena e vendicare l'offesa ricevuta. Le tecniche narrative Fabula e intreccio sostanzialmente coincidono, perché la vicenda segue l'ordine cronologico degli avvenimenti. Fanno eccezione alcune profezie, anticipazioni e rapide digressioni su eventi passati. Il flashback più lungo è quello presente all'inizio del poema. La vicenda si svolge sulla pianura tra le mura di Troia e il mare. Della città sono ricordate le mura poderose e invalicabili, il tempio di Atena e il Palazzo Reale. Altro luogo fondamentale è l'accampamento greco, con le tende dei comandanti e le navi. Gli eventi narrati si collocano nel 10° anno di guerra e sono compresi in un arco temporale di 51 giorni, dall'inizio della pestilenza scatenata da Apollo ai funerali di Ettore. ZEUS IL PADRE DEGLI DE E SIGNORE DELL'OLIMPO Greci ERA LA MOGLIE DI ZEUS • Achille • Agamennone • Menelao • Odisseo • Patroclo • Nestore • Aiace Telamonio • Diomede APOLLO IL DIO DELLA POESIA E DELLA MUSICA. GUIDA IL CARRO DEL SOLE ARTEMIDE LA DEA DELLA CACCIA E DELLA LUNA Dèi favorevoli • Atena • Poseidone • Era • Ermes ATENA DEA DELLA SAPIENZA E DELLE ARTI E DELLA SCIENZA POSEIDONE IL DIO DEL MARE E FRATELLO DI ZEUS Troiani • Ettore • Paride • Priamo • Ecuba • Elena • Andromaca ADE IL DIO DEL REGNO DEI MORTI AFRODITE LA DEA DELLA BELLEZZA Dèi favorevoli • Apollo • Ares • Afrodite • Artemide ARES E IL DIO DELLA GUERRA LA MORTE DI PATROCLO E IL DOLORE DI ACHILLE (Nel Libro XVI dell'Iliade) Patroclo è legato da una profonda amicizia ad Achille, non accetta il ritiro dell'eroe in battaglia e decide di agire per aiutare gli Achei. Arrivato in battaglia uccide nove uomini, poi Apollo, in una fitta nebbia scende in campo e lo disama, mettendolo in una condizione di inferiorità rispetto ai nemici.Viene sottolineato il fatto che l'elmo decorato di Achille non era mai caduto nella polvere poiché l'eroe era sempre uscito vittorioso da ogni sconto. Lasciato in balia dei nemici dal Dio viene ferito alla schiena da Euforbo, per poi essere finito da Ettore. Ettore si lascia trasportare dall'orgoglio e rivolge a Patroclo, morente, parole sprezzanti. Egli infatti rivendica il ruolo di guida dei Troiani e, senza considerare quindi l'operato degli dei, dice a patroclo che sarà divorato da degli avvoltoi e fa anche un'insinuazione sulla lealtà dell'amicizia di Achille. In risposta, Patroclo, attribuisce agli dei la gloria che Ettore rivendica per sé e profetizza al nemico (poiché gli antichi attrbuivano ai morenti capacità profetica) che morirà per mano di Achille. Quando Achille viene a sapere della morte di Patroclo si getta nella cenere, si strappa i capelli e il suo pianto penetra fin negli abissi del mare, dove vive la madre Teti. La morte di Patroclo è particolarmente importante nell'intero poema poiché patroclo viene ucciso per via di una forza più potente degli stessi dei, il fato, che stabilisce in seguito una serie di eventi importanti come il ritorno di Achille sul campo e la morte di Ettore.
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Sintesi sulla questione omerica e introduzione all’Iliade. Appunti creati al computer 💻. Buono studio 📖!
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Caratteristiche generali, antefatti, trama
La questione omerica La letteratura greca si apre con due opere di valore universale, l'lliade e l'Odissea. Ancora oggi ci domandiamo se Omero sia esistito o no, se sia autore di tutti e due i poemi oppure di uno solo, e soprattutto in che rapporto sia con le opere che ci sono giunte. Per gli antichi greci Omero era un aedo, cantore cieco. Dopo l'età ellenistica si cominciò a mettere in dubbio che un solo autore avesse potuto comporre 2 opere così ampie e diverse tra loro. Nacque così la "questione omerica". Nell'ottocento, con gli studi di alcuni filologi tedeschi nacquero due linee di pensiero diverse: Gli analisti o separatisti che sostengono la presenza di una pluralità di autori; Gli unitari che sostengono l'esistenza di un unico autore per entrambe le opere. Friedrich August Wolf (studioso dell'antichità tedesco) osservando la presenza nei poemi di vari elementi appartenenti ad epoche diverse concluse che Omero era soltanto il più famoso tra molti aedi (autori di diversi canti), poi fusi insieme. Individuò nell'Odissea sei punti differenti a suo dire messi insieme da un compilatore. Secondo gli studi sulla sull'oralità di Milman Perry (anni 20 del 900) la presenza di versi ripetuti o di episodi identici doveva essere interpretata come un insieme di fenomeni che dipendevano dall'improvvisazione, dalla necessità di memorizzare per il...
La questione omerica La letteratura greca si apre con due opere di valore universale, l'lliade e l'Odissea. Ancora oggi ci domandiamo se Omero sia esistito o no, se sia autore di tutti e due i poemi oppure di uno solo, e soprattutto in che rapporto sia con le opere che ci sono giunte. Per gli antichi greci Omero era un aedo, cantore cieco. Dopo l'età ellenistica si cominciò a mettere in dubbio che un solo autore avesse potuto comporre 2 opere così ampie e diverse tra loro. Nacque così la "questione omerica". Nell'ottocento, con gli studi di alcuni filologi tedeschi nacquero due linee di pensiero diverse: Gli analisti o separatisti che sostengono la presenza di una pluralità di autori; Gli unitari che sostengono l'esistenza di un unico autore per entrambe le opere. Friedrich August Wolf (studioso dell'antichità tedesco) osservando la presenza nei poemi di vari elementi appartenenti ad epoche diverse concluse che Omero era soltanto il più famoso tra molti aedi (autori di diversi canti), poi fusi insieme. Individuò nell'Odissea sei punti differenti a suo dire messi insieme da un compilatore. Secondo gli studi sulla sull'oralità di Milman Perry (anni 20 del 900) la presenza di versi ripetuti o di episodi identici doveva essere interpretata come un insieme di fenomeni che dipendevano dall'improvvisazione, dalla necessità di memorizzare per il...
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cantore e di riconoscimento immediato per il pubblico. Secondo Milman Perry infatti l'lliade e l'Odissea sono state composte oralmente. Gli aedi erano cantori di professione che componevano canti epici e li recitavano in occasione di banchetti nelle case dei nobili. La trasmissione di questi canti avveniva attraverso l'oralità. Essi molto spesso erano ciechi ma amati dagli dei. I rapsodi erano artisti che si limitavano a riprodurre nel canto testi scritti senza modificarli. L'ILIADE C L'Iliade, il più antico dei poemi omerici, trae il nome da Ilio, altra denominazione della città di Troia, fulcro della lunga guerra che secondo il mito avrebbe visto scontrarsi Greci e Troiani. Gli antefatti (La Gara di bellezza) Alle nozze di Peleo e Teti, la dea Eris (che in greco significa "discordia"), non invitata al banchetto nuziale a causa del suo carattere litigioso, suscitò un'aspra contesa soprattutto tra Atena (dea della sapienza, delle arti e della scienza), Era (moglie di Zeus) e Afrodite (dea della bellezza), ciascuna convinta di avere diritto al titolo. Gli dèi decisero di rivolgersi a un mortale, Paride. Le tre dee gli offrirono dei doni. La scelta di Paride cadde sul dono promesso da Afrodite, che lo aiutò a rapire Elena (presentata come la più bella donna del mondo antico, secondo il mito questa sua bellezza è causa della guerra di Troia, morti, lutti e rovine) facendo in modo che si innamorasse a prima vista di lui e lo seguisse volontariamente a Troia. Le conseguenze non tardarono manifestarsi: Atena ed Era, ferite nel loro orgoglio femminile, giurarono odio ai Troiani, mentre Menelao, insieme al fratello Agamennone e agli altri sovrani greci (Achille, Odisseo, Diomede, Nestore, Aiace...), organizzò una spedizione diretta a Troia per riprendere con sé Elena e vendicare l'offesa ricevuta. Le tecniche narrative Fabula e intreccio sostanzialmente coincidono, perché la vicenda segue l'ordine cronologico degli avvenimenti. Fanno eccezione alcune profezie, anticipazioni e rapide digressioni su eventi passati. Il flashback più lungo è quello presente all'inizio del poema. La vicenda si svolge sulla pianura tra le mura di Troia e il mare. Della città sono ricordate le mura poderose e invalicabili, il tempio di Atena e il Palazzo Reale. Altro luogo fondamentale è l'accampamento greco, con le tende dei comandanti e le navi. Gli eventi narrati si collocano nel 10° anno di guerra e sono compresi in un arco temporale di 51 giorni, dall'inizio della pestilenza scatenata da Apollo ai funerali di Ettore. ZEUS IL PADRE DEGLI DE E SIGNORE DELL'OLIMPO Greci ERA LA MOGLIE DI ZEUS • Achille • Agamennone • Menelao • Odisseo • Patroclo • Nestore • Aiace Telamonio • Diomede APOLLO IL DIO DELLA POESIA E DELLA MUSICA. GUIDA IL CARRO DEL SOLE ARTEMIDE LA DEA DELLA CACCIA E DELLA LUNA Dèi favorevoli • Atena • Poseidone • Era • Ermes ATENA DEA DELLA SAPIENZA E DELLE ARTI E DELLA SCIENZA POSEIDONE IL DIO DEL MARE E FRATELLO DI ZEUS Troiani • Ettore • Paride • Priamo • Ecuba • Elena • Andromaca ADE IL DIO DEL REGNO DEI MORTI AFRODITE LA DEA DELLA BELLEZZA Dèi favorevoli • Apollo • Ares • Afrodite • Artemide ARES E IL DIO DELLA GUERRA LA MORTE DI PATROCLO E IL DOLORE DI ACHILLE (Nel Libro XVI dell'Iliade) Patroclo è legato da una profonda amicizia ad Achille, non accetta il ritiro dell'eroe in battaglia e decide di agire per aiutare gli Achei. Arrivato in battaglia uccide nove uomini, poi Apollo, in una fitta nebbia scende in campo e lo disama, mettendolo in una condizione di inferiorità rispetto ai nemici.Viene sottolineato il fatto che l'elmo decorato di Achille non era mai caduto nella polvere poiché l'eroe era sempre uscito vittorioso da ogni sconto. Lasciato in balia dei nemici dal Dio viene ferito alla schiena da Euforbo, per poi essere finito da Ettore. Ettore si lascia trasportare dall'orgoglio e rivolge a Patroclo, morente, parole sprezzanti. Egli infatti rivendica il ruolo di guida dei Troiani e, senza considerare quindi l'operato degli dei, dice a patroclo che sarà divorato da degli avvoltoi e fa anche un'insinuazione sulla lealtà dell'amicizia di Achille. In risposta, Patroclo, attribuisce agli dei la gloria che Ettore rivendica per sé e profetizza al nemico (poiché gli antichi attrbuivano ai morenti capacità profetica) che morirà per mano di Achille. Quando Achille viene a sapere della morte di Patroclo si getta nella cenere, si strappa i capelli e il suo pianto penetra fin negli abissi del mare, dove vive la madre Teti. La morte di Patroclo è particolarmente importante nell'intero poema poiché patroclo viene ucciso per via di una forza più potente degli stessi dei, il fato, che stabilisce in seguito una serie di eventi importanti come il ritorno di Achille sul campo e la morte di Ettore.