Vita e Opere
Percorso di Studi
Nato il 12 marzo 1863 a Pescara, da una famiglia benestante, Gabriele d'Annunzio decise in giovane età di utilizzare il suo secondo cognome, ritenendo il primo, Rapagnetta, troppo "plebeo". Durante il suo percorso di studi al collegio Cicognini a Prato, fu oggetto di scherzi a causa del suo accento e delle sue origini provinciali. Nonostante eccellesse negli studi, preferì intraprendere un percorso di vita definito "high life", senza mai conseguire la laurea.
Prime Opere
Nel 1879, grazie al finanziamento di suo padre, pubblicò Primo vere, la sua prima opera assoluta. Attraverso l'editore Sommaruga, pubblicò Canto novo, un volume in versi, e Terra vergine, una raccolta di novelle. Dal suo primo matrimonio con Maria Hardouin ebbe tre figli. Nel 1884 pubblicò l'Intermezzo di rime, Isaotta Guttadauro e San Pantaleone. Isaotta Guttadauro fu oggetto di parodia da un autore sconosciuto, che D'Annunzio sfidò anche a duello. Tra il 1887 e il 1888, scrisse il suo primo romanzo: Il Piacere.
Il Processo
Dopo la separazione dalla moglie, iniziò una relazione con Maria Gravina, affrontando un processo per adulterio (essendo D'Annunzio la causa della separazione della donna dal marito). Una delle ragioni per cui scrisse molto fu l'affrontare le difficoltà finanziarie ereditate dai debiti del padre. Tentò adattamenti italiani della narrativa russa, particolarmente in voga all'epoca, e nel 1894 si trasferì a Francavilla al Mare, scrivendo il romanzo Trionfo della morte. Il pensiero di Nietzsche fu alla base del suo successivo romanzo, Le vergini delle rocce.
Il Teatro
Nel 1895 fondò la rivista "Il Convito", dove iniziò a pubblicare il suo terzo romanzo a puntate. Trasferitosi a Settignano assieme a Eleonora Duse, la sua nuova amante, iniziò a scrivere testi teatrali, come la tragedia La città morta. Nel 1900 pubblicò Il fuoco, e nel 1903 i primi tre libri del suo ciclo poetico Laudi. Con la fine della sua relazione con Duse, ne iniziò una con Di Rudinì, da cui ebbe una figlia, e poi con la contessa Giuseppina Mancina.
La Fuga e la Guerra
A causa del suo stile di vita lussuoso, fu costretto a fuggire in Francia per sfuggire ai creditori. Continuò a pubblicare scritti, in francese. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale decise di arruolarsi, ma dopo pochi mesi fu costretto al riposo a causa di un incidente che gli fece perdere un occhio. Nel 1919 occupò Fiume e si autoproclamò Duce.
La Morte
La sua carriera politica non durò molto, motivo per cui dopo aver ottenuto alcune onorificenze tornò alla letteratura. Il suo ultimo libro fu "Cento e cento e cento e cento pagine del Libro segreto di Gabriele D'Annunzio tentato di morire", e nel 1938 spirò a causa di un'emorragia cerebrale.
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