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CARLO GOLDONI

11/1/2023

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CARLO GOLDONI
Commediografo, scrittore, librettista e avvocato italiano.
LA VITA
Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia, era figlio di un bo

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CARLO GOLDONI Commediografo, scrittore, librettista e avvocato italiano. LA VITA Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia, era figlio di un borghese che lo avviò sin da subito allo studio della grammatica e della filosofia. Tra il 1723 e il 1725 Carlo Goldoni segue dei corsi di legge in università dalla quale viene espulso per aver scritto Il Colosso, un'oltraggiosa satira su alcune ragazze di quella città. Nel 1731 muore il padre, si laureò in legge e svolse per circa 12 anni la professione di avvocato. Mentre si dedicava alla carriera forense, iniziò a scrivere le prime opere, interessandosi sempre di più al mondo del teatro. Nel 1734 conosce il capocomico Giuseppe Imer con cui lavora per alcuni anni al teatro San Samuele di Venezia. Nel 1743 si trasferisce a Pisa e a Livorno conosce il capocomico Girolamo Medebach. Nel 1747 si stabilì a Venezia e iniziò a lavorare come autore per la compagnia Teatrale di Girolamo Medebach,alla quale rimase legato fino al 1753 lavorando assiduamente con alterni successi. Nel 1753 Goldoni lasciò la compagnia e iniziò a lavorare al teatro San Luca dei Nobili Vendramin, sempre a Venezia. Nel periodo tra il 1753 e il 1762 scrisse numerose commedie di successo, ma fu tormentato dalle polemiche con Pietro Chiari e Carlo Gozzi, che lo criticavano per l'impronta...

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Didascalia alternativa:

troppo realistica delle sue commedie, rispetto a una concezione tradizionale del teatro.Stanco delle polemiche, Goldoni si trasferì in Francia, dove scrivere alcune commedie e lavora come maestro d'italiano per la famiglia reale ed infine a Parigi, dirige la Comedie italienne e morì in miseria nel 1793. 1 LE OPERE Goldoni fu un autore di teatro molto prolifico e, nel corso della sua vita, compose più di duecento opere. Nel 1738 scrisse la parte del protagonista del Momolo cortesan, introducendo un elemento di novità rispetto all'improvvisazione che, fino a quel momento, aveva dominato nella Commedia dell'arte. La prima commedia interamente scritta fu La donna di garbo (1743), alla quale seguirono Il servitore di due padroni (1745) e Tonin Bellagrazia (1746): opere che segnarono passaggio alla nuova stagione della riforma teatrale. Negli anni trascorsi a Venezia, al servizio della compagnia Medebach, compose commedie importanti come La vedova scaltra (1748), La putta onorata (1748), La famiglia dell'antiquario (1750), Pamela nubile (1750), ispirata al romanzo di Richardson, e soprattutto, verso la fine del 1752, La locandiera. In queste opere prevalgono la rappresentazione realistica dei valori borghesi e il conflitto tra la nobiltà e la borghesia (prima fase). Una critica alla borghesia emerge chiaramente nelle opere scritte nel periodo compreso fra il 1753 e il 1762 (seconda fase). Sono le grandi commedie d'ambiente, nelle quali viene riscoperto e valorizzato il popolo e per le quali Goldoni scrive facendo uso del dialetto. Si tratta di capolavori quali II campiello (1756). I rusteghi (1760), Sior Todero brontolon (1762), Le baruffe chiozzotte (1762). Negli anni parigini (terza fase) l'unica commedia di successo fu Il burbero benefico (1771). Tra il 1784 e il 1787 Goldoni si dedicò alla propria autobiografia (Mémoires). 2 IL PENSIERO E LA POETICA La riforma del teatro comico, avviata nel 1748 da Goldoni, segnò il passaggio dalla Commedia dell'arte, basata sul canovaccio e sulle maschere che lasciava spazio all'improvvisazione degli attori, a commedie dove coloro che recitavano erano tenuti a rispettare un copione preciso, nel quale le parti erano interamente scritte. Nella graduale riforma del teatro comico si possono individuare tre fasi: la prima (1748-1753) riguarda la rappresentazione realistica dei valori borghesi; la seconda (1753-1762) mette in scena una borghesia ormai in crisi e il mondo popolare; la terza (1763-1793) coincide con il soggiorno parigino e con la produzione di commedie in francese. La riforma è in linea con lo spirito dell'Illuminismo e con la finalità educativa dell'arte. La riforma di Goldoni, che si ispirava ai libri del «Mondo» e del «Teatro»>, interessò anche i contenuti delle commedie, che diventeranno aderenti alla realtà. Le commedie propongono vicende verosimili, basate su intrecci semplici e narrate in tono spontaneo e colloquiale. La commedia riformata è una commedia di carattere dalla quale non è esente una vena moralistica, proposta però sempre in maniera bonaria. La lingua anche il dialetto - si adegua al mondo e ai personaggi rappresentati. In complesso, nonostante le critiche e gli insuccessi patiti (soprattutto in Francia), la riforma di Goldoni fu accolta con favore dal pubblico. 3 LA LOCANDIERA, (trama) Mirandolina è la giovane proprietaria di una locanda che le è stata lasciata dall'ormai defunto padre. Ogni uomo che ha a che fare con la bella fanciulla se ne innamora che sia cliente o dipendente. Tra i suoi tanti corteggiatori vi sono il marchese di Forlipopoli a cui non rimane nulla all'infuori del suo titolo e il conte d'Albafiorita che a differenza del primo è molto ricco e grazie ai suoi denari è addirittura riuscito a comprarsi il proprio titolo. I due uomini cercano di far innamorare la bella Mirandolina con metodi assai diversi: il marchese le offre costantemente la sua protezione mentre il conte le compra gioielli e sperpera per lei i suoi denari. La ragazza dal canto suo fa la parte di colei che non può accettare nulla e che cede solo per non far prendere di collera il generoso donatore in questione. In questa maniera riesce a far andare avanti molto bene la locanda ed ha dei buoni regali per sé stessa. Un giorno conosce il Cavaliere di Ripafratta, un uomo che ha a disgusto le donne e lo dimostra apertamente con Mirandolina e poi con due commedianti in sosta alla locanda. Inizialmente, era molto scontroso nei confronti della povera locandiera e non apprezza alcun servigio. Questa allora, prese la situazione come una sfida personale e decise di farlo innamorare di sé e dimostrargli che le donne non vanno disprezzate ma piuttosto amate, protette e corteggiate. Inizia quindi a trattare con riguardo il buon cavaliere: prepara per lui manicaretti, gli fa portare degli asciugamani pregiati e si dimostra nei suoi confronti sincera e per nulla interessata. Il buon uomo rendendosi conto di essersi innamorato della locandiera decide di andare a Livorno e lasciare la locanda il più in fretta possibile. La furba ragazza quando lui chiede il conto gli fa un ampio sconto affermando che molti dei servigi erano doni suoi, finge di piangere, di svenire finché l'uomo, con le sue reazioni, non dimostra di amarla già. Mirandolina allora si rende conto che la situazione potrebbe sfuggirle di mano e rifiutandolo tratta malamente il cavaliere. Questo va su tutte le furie e diviene violento nei confronti di lei e del conte che ancora una volta voleva proteggere la bella locandiera. La ragazza così, comprende che non deve più giocare con tanti cuori e annuncia a tutti che si sposerà con Fabrizio, il buon cameriere che tanto amava il suo defunto padre e invita tutti quei buon uomini innamorati ad andar in un'altra locanda poiché una donna maritata non ha bisogno di protezione né tanto meno di costosi regali. 4 5