Articolo greco e prime declinazioni

In greco antico l'articolo determinativo (il, la, lo) si declina come un sostantivo. Ha tre generi: maschile (ὁ), femminile (ἡ) e neutro (τό).

La prima declinazione greca comprende sostantivi prevalentemente femminili che terminano in -α o -η. Alcuni sono maschili come νεανίας ("ragazzo"). La distinzione tra "a pura" e "a impura" dipende dalla lettera che precede la -α finale.

La seconda declinazione include sostantivi maschili/femminili in -ος (come ἄνθρωπος "essere umano") e neutri in -ον (come δῶρον "dono"). I neutri hanno sempre nominativo e accusativo uguali.

Ricorda: Nei neutri il nominativo e l'accusativo sono sempre identici, sia al singolare che al plurale!

Gli aggettivi della prima classe seguono le prime due declinazioni: maschile della seconda, femminile della prima, neutro della seconda (esempio: δίκαιος, δικαία, δίκαιον "giusto").

Le prime due declinazioni latine

Il latino ha cinque declinazioni principali. La prima declinazione (come ROSA "rosa") comprende sostantivi prevalentemente femminili che terminano in -A al nominativo singolare. Il genitivo singolare è sempre in -AE.

La seconda declinazione include sostantivi maschili come LUPUS ("lupo") e neutri come BELLUM ("guerra"). I maschili terminano in -US, i neutri in -UM al nominativo singolare.

Gli aggettivi della prima classe latina seguono lo stesso schema delle prime due declinazioni: ALTUS per il maschile (seconda declinazione), ALTA per il femminile (prima declinazione), ALTUM per il neutro (seconda declinazione).

Trucco mnemonico: Rosa-rosae per la prima, lupus-lupi per la seconda maschile, bellum-bella per la seconda neutro!

Come in greco, anche in latino i neutri mantengono sempre forme identiche per nominativo e accusativo in tutti i numeri.

La terza declinazione greca: consonantiche

La terza declinazione greca è ricchissima e si basa sui temi consonantici. I sostantivi si classificano in base all'ultima consonante del tema.

I temi velari (κ, γ, χ) come κόραξ "corvo", i labiali (π, β, φ) come κλώψ "ladro" e i dentali (τ, δ, θ) come πατρίς "patria" modificano la consonante finale davanti alle desinenze.

Altri gruppi importanti sono i temi in -ντ (γίγας "gigante"), liquida -ρ (κρατήρ "cratere"), nasale -ν (δαίμων "demone") e sibilante (γένος "genere").

Strategia vincente: Impara sempre il nominativo e genitivo singolare insieme - il genitivo ti rivela il tema puro su cui costruire tutta la declinazione!

Le modificazioni consonantiche seguono regole fonetiche precise che rendono la pronuncia più scorrevole.

La terza declinazione latina

La terza declinazione latina è la più complessa e comprende sostantivi di tutti i generi. Si riconosce dal genitivo singolare che termina sempre in -IS.

Esistono tre modelli principali: imparisillabi (come LAUS "lode"), parisillabi (come CIVIS "cittadino") e neutri (come MARE "mare"). La differenza sta nel numero di sillabe tra nominativo e genitivo singolare.

Gli aggettivi della seconda classe seguono la terza declinazione. Possono avere tre uscite (ACER, ACRIS, ACRE "acuto"), due uscite (BREVIS, BREVE "breve") o una sola uscita (AUDAX "audace").

Attenzione: Il trucco è memorizzare sempre il genitivo singolare insieme al nominativo per riconoscere il tema della declinazione!

La declinazione si forma aggiungendo le desinenze al tema che si ottiene togliendo -IS dal genitivo singolare.

Temi vocalici e aggettivi greci speciali

I temi vocalici della terza declinazione greca comprendono sostantivi che terminano in vocale. I più comuni sono i temi in -ι (πόλις "città"), -υ (ἄστυ "città") e -ευ (βασιλεύς "re").

I dittonghi creano declinazioni particolari: -αυ (ναῦς "nave"), -ου (βοῦς "bue") e -ευ (βασιλεύς "re") hanno forme contratte e irregolari.

Gli aggettivi della seconda classe greca seguono la terza declinazione. Esempi importanti sono χαρίεις "grazioso" e ἡδύς "dolce", che presentano forme irregolari e contrazioni.

Il grado comparativo degli aggettivi può formarsi in due modi: aggiungendo -τερος (tipo σοφώτερος "più saggio") o con forme irregolari come ἐχθίων "più nemico".

Nota bene: I comparativi irregolari sono molto frequenti e vanno memorizzati singolarmente!

Quarta e quinta declinazione latina

La quarta declinazione comprende sostantivi maschili/femminili in -US (EXERCITUS "esercito") e neutri in -U (GENU "ginocchio"). Il genitivo singolare è sempre -US per tutti i generi.

La quinta declinazione include sostantivi prevalentemente femminili in -ES (RES "cosa"). È la meno numerosa delle declinazioni latine e molti sostantivi si usano solo al singolare.

Gli aggettivi a una sola uscita come AUDAX "audace" hanno la stessa forma per tutti i generi e seguono la terza declinazione consonantica.

Curiosità: La quinta declinazione ha pochissimi sostantivi di uso comune - RES e DIES sono i più importanti!

Queste declinazioni completano il sistema nominale latino e sono essenziali per la comprensione dei testi classici.

Superlativi e pronomi personali greci

Il grado superlativo greco si forma aggiungendo -τατος al tema dell'aggettivo (σοφώτατος "sapientissimo") o con forme irregolari (ἔχθιστος "molto nemico").

I pronomi personali greci sono ἐγώ "io", σύ "tu" per il singolare, ἡμεῖς "noi", ὑμεῖς "voi" per il plurale. Esistono forme enfatiche e enclitiche (non accentate).

Il pronome αὐτός ha doppia funzione: sostituisce il pronome personale di terza persona ("lui, lei") e significa "stesso, medesimo". Si declina come un normale aggettivo.

I pronomi dimostrativi distinguono diversi gradi di distanza: ὅδε "questo qui", οὗτος "questo" ed ἐκεῖνος "quello là".

Trucco: Le forme enclitiche dei pronomi personali (μου, μοι, με) si appoggiano sempre alla parola precedente!

Comparativi e pronomi latini

Il comparativo latino si forma aggiungendo -IOR $maschile/femminile$ e -IUS (neutro) al tema dell'aggettivo: CLARIOR "più illustre". Si declina come la terza declinazione.

Il superlativo aggiunge -ISSIMUS, -ISSIMA, -ISSIMUM: FORTISSIMUS "fortissimo". Si declina come gli aggettivi della prima classe.

I pronomi possessivi sono MEUS "mio", TUUS "tuo", SUUS "suo", NOSTER "nostro", VESTER "vostro". Si accordano con l'oggetto posseduto, non con il possessore.

Attenzione: SUUS si riferisce sempre al soggetto della frase, mentre per "suo" riferito ad altri si usa il genitivo di IS, EA, ID!

Questi pronomi si declinano tutti come ALTUS, -A, -UM e sono fondamentali per esprimere i rapporti di possesso.

Pronomi personali e dimostrativi latini

I pronomi personali latini EGO "io", TU "tu" hanno declinazioni irregolari. Per la terza persona si usa il riflessivo SE "sé" o il dimostrativo IS, EA, ID.

I pronomi dimostrativi esprimono diversi gradi di vicinanza: HIC, HAEC, HOC "questo qui" (vicino a chi parla), ISTE, ISTA, ISTUD "questo lì" (vicino a chi ascolta), ILLE, ILLA, ILLUD "quello là" (lontano da entrambi).

Il pronome IS, EA, ID ("quello, questa") è il più neutro e si usa spesso al posto del pronome personale di terza persona quando non è riflessivo.

Regola d'oro: HIC indica vicinanza a chi parla, ISTE a chi ascolta, ILLE lontananza da entrambi!

Questi pronomi sono irregolari nella declinazione ma seguono schemi fissi che vanno memorizzati accuratamente.

Pronomi relativi e interrogativi greci

Il pronome relativo greco ὅς, ἥ, ὅ ("il quale, la quale") introduce proposizioni subordinate e si accorda per genere e numero con l'antecedente, ma prende il caso richiesto dalla funzione nella subordinata.

I pronomi interrogativi τίς; τί; ("chi? cosa?") si usano nelle domande dirette e indirette. Hanno forme accentate che li distinguono dai corrispondenti indefiniti.

I pronomi indefiniti τις, τι ("qualcuno, qualcosa") sono enclitici e non hanno accento proprio. Si appoggiano alla parola precedente.

Il pronome relativo-indefinito ὅστις, ἥτις, ὅτι combina le funzioni di relativo e indefinito: "chiunque, qualunque cosa".

Differenza cruciale: L'accento distingue τίς; (interrogativo "chi?") da τις (indefinito "qualcuno")!