L'esistenzialismo si interroga sui perché dell'uomo. Si sviluppa tra il 1920 e il 1940, ed è un fenomeno culturale che abbraccia tutti gli aspetti della cultura e non solo della filosofia. La Prima Guerra Mondiale, inizialmente pensata come una guerra lampo, ha finito per essere una guerra di logoramento, lasciando il mondo devastato. Questo periodo segna l'abbandono di tematiche futili, come il principio primo e la sistemazione delle scienze, e l'inizio di un'interrogazione sulle questioni legate all'essere umano e alla sua esistenza. Il termine "esistenzialismo" riflette proprio questa consapevolezza della finitudine dell'uomo, con le sue caratteristiche fondamentali di nascita, lotta continua, sofferenza, trascorrere del tempo e morte.
Per la prima volta, l'uomo si confronta con le guerre a livello mondiale e sperimenta l'orrore della guerra. Dostoevskij con "Koffka" e Kafka riprendono le tematiche di Kierkegaard, colui che iniziò l'esistenzialismo, esplorando la libertà illusoria di scelta che provoca angoscia. Anche lo stile di vita e la corrente letteraria del decadentismo riflettono questa angoscia dovuta alla finitezza umana e la mancanza di potere di fronte alla morte.
L'esistenzialismo abbraccia varie correnti di pensiero, con il soggetto che è l'essere, e da quest'idea si sviluppano 3 filoni che esplorano il rapporto tra essere ed esistenza. Anche il concetto di scelta, singolo, situazione e finitudine sono elementi comuni all'interno di queste correnti.
Gli esponenti principali dell'esistenzialismo sono Heidegger con l'opera "Essere e tempo", Gasper con "La filosofia" e Sartre con "L'essere e il nulla".
Martin Heidegger, nato alla fine del 1800, è stato influenzato da filosofi quali Husserl e Jasper, che fanno parte dell'esistenzialismo. Sebbene in passato fosse considerato uno dei maggiori esponenti dell'esistenzialismo, studi recenti hanno dimostrato che si è occupato più del problema dell'ente e dell'essere. Nella sua opera fondamentale "Essere e tempo", Heidegger ha parlato dell'esistenza come concetto fondamentale e propedeutico per il concetto di essere, considerandola un concetto da spiegare per poi aiutarsi nella spiegazione di essere.
L'opera più fondamentale di Heidegger è "Essere e tempo", in cui si propone di spiegare come l'essere si determina all'interno dell'esistenza e qual è il suo significato completo. Questo porta a tre domande fondamentali: che cos'è l'essere, come si determina, e qual è il suo significato completo.
L'esistenzialismo, con i suoi vari filoni di pensiero e esponenti, ha influenzato profondamente il pensiero filosofico del XX secolo, aprendo nuove prospettive sull'esistenza umana e il suo rapporto con l'essere. Heidegger, pur non essendo esclusivamente un esponente dell'esistenzialismo, ha contribuito in modo significativo a questo dibattito filosofico, lasciando un'impronta indelebile nel panorama filosofico contemporaneo.