Marco Tullio Cicerone nasce ad Arpino il 3 gennaio del 106 a.C. da una ricca famiglia equestre. Studia a Roma diritto con i migliori oratori dell'epoca. Sostiene la prima causa nell'81 a.C., ma ottiene fama l'anno successivo, quando difende Roscio di Ameria contro un potente liberto di Silla.
Per perfezionare gli studi, tra il 79 e il 77 a.C. effettua un viaggio di formazione ad Atene per la filosofia e a Rodi per la retorica. Rientra a Roma e si sposa con Terenzia, dalla quale ebbe i figli Tullia e Marco.
La carriera politica inizia con la posizione di questore in Sicilia nel 76 a.C. e in seguito accede al senato. I Siciliani si rivolsero a lui, nel 70 a.C., per accusare l'ex governatore Verre di malgoverno e concussione. Cicerone vince il processo.
La sua carriera politica prosegue con il titolo di edile nel 69 e pretore nel 66 a.C. Si candida al consolato per l'anno 63 a.C. e vince le elezioni, proponendosi come un leader moderato e conservatore. Come console deve affrontare il tentativo di colpo di stato di Catilina e sventa la sua congiura.
Nel 63 a.C., al termine del consolato, viene attaccato dai tribuni della plebe per il suo operato. Nello stesso anno viene coinvolto come testimone in una vicenda che gli inimica Clodio. Rifiuta poi di fare parte dell'accordo segreto tra Cesare, Pompeo e Crasso (60 a.C.).
Nel 58 a.C. Clodio viene eletto tribuno della plebe e si vendica di Cicerone, facendo approvare un provvedimento per cui Cicerone viene condannato all'esilio, ma dopo 16 mesi viene richiamato a Roma.
Dalla morte di Crasso (53 a.C.) la situazione a Roma degenera. Viene ucciso Clodio in uno scontro con Milone. Cicerone assume la difesa di Milone, che viene comunque condannato all'esilio.
Nel 51 a.C. Cicerone diventa governatore della Cilicia (Turchia). Quando rientra a Roma, Cesare sta per passare il Rubicone (49 a.C.). Cicerone esita ma poi decide di raggiungere Pompeo.
Nel 44 Cesare viene ucciso. Cicerone riprende l'attività politica per contribuire a restaurare la repubblica e si avvicina a Ottaviano. Attacca Antonio, contro cui scrive le Philippicae. Paga con la vita il suo coraggio politico. Viene raggiunto dai sicari di Antonio e il 7 dicembre del 43 a.C. gli vengono tagliate le mani e la testa, che vengono esposte sui rostri. Dopo la sconfitta, Cicerone torna a Brindisi. Nel 47 a.C. ottiene perdono, ma ormai è fuori dalla politica. Si dedica a studi retorici e filosofici. Seguono anni di difficoltà familiari, nel 46 a.C. divorzia da Terenzia e sposa la giovane Publilia. Nel 45 a.C. muore di parto la figlia Tullia.
Cicerone scrisse e pronunciò più di 100 orazioni. Ne possediamo 58, di cui 28 di argomento politico e le altre giudiziarie. Cicerone curò la loro pubblicazione, grazie all'aiuto del segretario Tirone e dell'amico Tito Pomponio Attico. Le orazioni pubblicate sono frutto di una successiva revisione del discorso effettivamente tenuto.
Il debutto in tribunale di Cicerone risale alla fine degli anni 80 a.C. (Pro Sexto Roscio Amerino). Grande notorietà diede al giovane Cicerone la vittoria nel processo de repetundis («per concussione») intentato dai Siciliani contro Verre.
Sostiene, come pretore, la necessità di attribuire a Pompeo l'imperium sui mari per condurre la guerra contro Mitridate, re del Ponto. La sua attività di console si apre con 4 orazioni che si oppongono a una proposta di riforma agraria, in difesa degli interessi degli optimates.
Il culmine delle orazioni consolari è rappresentato dalle 4 Catilinariae, con cui svelò la congiura di Catilina, che mirava a un colpo di stato e ottenne la condanna dei congiurati. Questi discorsi sono forti e decisi, sono tra le orazioni migliori di Cicerone. Risale al periodo consolare anche la Pro Murena.
Nel periodo successivo all'esilio del 58-57 a.C. si collocano le orazioni più mature di Cicerone, in cui affrontò una varietà di cause e temi politici.
Pro Archia (del 62 a.C.) presenta un excursus sul valore della poesia e sull'utilità degli studi letterari (è un testo che contribuisce allo sviluppo dell'humanitas).
- De domo sua, (57 a.C.) pronunciata per riottenere il terreno su cui sorgeva la sua casa, fatta abbattere da Clodio.
Pro Sestio (56 a.C.), che contiene un esame della situazione politica romana e indica il progetto politico di Cicerone, sul consensus omnium bonorum («accordo di tutti i cittadini moderati»).
Pro Caelio (56 a.C.) in difesa di Celio Rufo, prima amante, poi nemico di Clodia (Lesbia catulliana).
Pro Milone: (52 a.C.) orazione giudiziaria, ben diversa dal balbettante discorso che Cicerone pronunciò realmente per difendere Milone dall'accusa di avere assassinato Clodio.
Sono definite "cesariane" le 3 orazioni Pro Marcello (46 a.C.), Pro Ligario (46 a.C.) e Prorege Deiotaro (45 a.C.), che l'oratore pronunciò davanti a Cesare vincitore nella guerra civile. Nella Pro Marcello, che segna la ripresa dell'attività politica, egli tenta un bilancio della guerra civile e esorta C…