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Anselmo d'Aosta La víta Sant'Anselmo nato ad Aosta nel 1033 e morto nel 1109 a Canterbury era un teologo e filosofo, e ricoprì anche incarichi di grande importanza in seno alla Chiesa Cattolica, infatti venne nominato vescovo di Canterbury. Anselmo divenne celebre per la sapienza e la devozione, tanto che i monaci lo esortarono a trascrivere per loro le sue meditazioni, che costituirono i fondamenti dell'insegnamento che egli impartiva loro. Così compose il Monologion (1077), in cui descrisse Dio come essere supremo e tentò di delinearne gli attributi. Incoraggiato dall'accoglienza che venne riservata al libro, nel 1078 proseguì il suo progetto portando a termine il Proslogion (Discorso), dove si trova la dimostrazione che nel XVIII secolo venne definita la "prova ontologica dell'esistenza di Dio" -La Ratio Anselmi- Essa è una dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio, che, basandosi solo sulla pura ragione, dimostra la necessità dell'esistenza di Dio. In pratica, Dio viene definito "aliquid quo nihil maius cogitari potest", cioè "ciò di cui non si può pensare nulla di più grande", o più semplicemente "la cosa più grande". Se noi pensiamo a questa cosa più grande, essa automaticamente dovrà esistere, perché altrimenti esisterebbe nel mondo reale una cosa più grande di lei. Nel mondo reale esiste quindi la cosa più grande, e poiché la cosa più grande è Dio, Dio esiste. L'insipiens di cui parlano i Salmi cade in palese contraddizione: egli...
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Stefano S, utente iOS
Susanna, utente iOS
non può non pensare alla cosa più grande (e pertanto Dio esiste) ma contemporaneamente afferma che Dio non esiste. Il Monologion Anselmo era un chierico, eppure cercò di comprendere e di spiegare l'esistenza di Dio con la ragione, cioè con la filosofia. Però egli non cercò di dimostrare l'essenza di Dio, ma solamente (si fa per dire) la sua esistenza. Lo fece con due opere, una volta dimostrarla a posteriori, il Monologion, e una volta alla dimostrazione a priori, il Proslogion. La dimostrazione a posteriori si basa e parte dall'esperienza per poi arrivare a Dio, quindi dagli effetti alla causa. Essa si basa su quattro prove: 1. Nella realtà possiamo vedere diversi livelli di bene, così ci deve essere anche un sommo bene in base definisco poi gli altri livelli di bene. 2. In natura ci sono cose più o meno grandi, solo l'esistenza di una cosa sommamente grande ci permette di stabilire tra due cose quella più grande. 3. Quindi se tutti i beni sono tali in virtù del sommo bene e le cose grandi sono tali in virtù di una medesima grandezza, così tutto cioè che è, esiste in virtù di un unico ente. 4. Infine il sommo ente si presente come il sommo valore, poiché non si potrebbe che un ente vale più di un altro se non ci fosse questo sommo valore. La crítica di Gaunilone e Kant Questa prova verrà confutata dal monaco Gaunilone e da Kant; Gaunilone diceva che pensare un'isola perfetta non implica la sua esistenza. Kant diceva che pensare 100 talleri, moneta tedesca del 700, non significa possederli; e l'esistenza o la non esistenza dei 100 talleri non implicano sul suo valore. Quindi entrambi i filosofi sostenevano che, Anselmo d'Aosta, avesse compiuto l'errore di un passaggio illeggittimo dal piano logico a quello ontologico. Perciò ammesso di possedere il concetto di Dio come un 'essere perfettissimo', da ciò non può necessariamente dedursi la sua esistenza.
La vita, il monologion, la ratio anselmi, la critica di Gaunilone e Kant
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Vita, analisi del pensiero e opere di Anselmo d'Aosta.
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Sintesi di Anselmo d'Aosta
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Dimostrazione a priori, dimostrazione a psteriori
Anselmo d'Aosta La víta Sant'Anselmo nato ad Aosta nel 1033 e morto nel 1109 a Canterbury era un teologo e filosofo, e ricoprì anche incarichi di grande importanza in seno alla Chiesa Cattolica, infatti venne nominato vescovo di Canterbury. Anselmo divenne celebre per la sapienza e la devozione, tanto che i monaci lo esortarono a trascrivere per loro le sue meditazioni, che costituirono i fondamenti dell'insegnamento che egli impartiva loro. Così compose il Monologion (1077), in cui descrisse Dio come essere supremo e tentò di delinearne gli attributi. Incoraggiato dall'accoglienza che venne riservata al libro, nel 1078 proseguì il suo progetto portando a termine il Proslogion (Discorso), dove si trova la dimostrazione che nel XVIII secolo venne definita la "prova ontologica dell'esistenza di Dio" -La Ratio Anselmi- Essa è una dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio, che, basandosi solo sulla pura ragione, dimostra la necessità dell'esistenza di Dio. In pratica, Dio viene definito "aliquid quo nihil maius cogitari potest", cioè "ciò di cui non si può pensare nulla di più grande", o più semplicemente "la cosa più grande". Se noi pensiamo a questa cosa più grande, essa automaticamente dovrà esistere, perché altrimenti esisterebbe nel mondo reale una cosa più grande di lei. Nel mondo reale esiste quindi la cosa più grande, e poiché la cosa più grande è Dio, Dio esiste. L'insipiens di cui parlano i Salmi cade in palese contraddizione: egli...
Anselmo d'Aosta La víta Sant'Anselmo nato ad Aosta nel 1033 e morto nel 1109 a Canterbury era un teologo e filosofo, e ricoprì anche incarichi di grande importanza in seno alla Chiesa Cattolica, infatti venne nominato vescovo di Canterbury. Anselmo divenne celebre per la sapienza e la devozione, tanto che i monaci lo esortarono a trascrivere per loro le sue meditazioni, che costituirono i fondamenti dell'insegnamento che egli impartiva loro. Così compose il Monologion (1077), in cui descrisse Dio come essere supremo e tentò di delinearne gli attributi. Incoraggiato dall'accoglienza che venne riservata al libro, nel 1078 proseguì il suo progetto portando a termine il Proslogion (Discorso), dove si trova la dimostrazione che nel XVIII secolo venne definita la "prova ontologica dell'esistenza di Dio" -La Ratio Anselmi- Essa è una dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio, che, basandosi solo sulla pura ragione, dimostra la necessità dell'esistenza di Dio. In pratica, Dio viene definito "aliquid quo nihil maius cogitari potest", cioè "ciò di cui non si può pensare nulla di più grande", o più semplicemente "la cosa più grande". Se noi pensiamo a questa cosa più grande, essa automaticamente dovrà esistere, perché altrimenti esisterebbe nel mondo reale una cosa più grande di lei. Nel mondo reale esiste quindi la cosa più grande, e poiché la cosa più grande è Dio, Dio esiste. L'insipiens di cui parlano i Salmi cade in palese contraddizione: egli...
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non può non pensare alla cosa più grande (e pertanto Dio esiste) ma contemporaneamente afferma che Dio non esiste. Il Monologion Anselmo era un chierico, eppure cercò di comprendere e di spiegare l'esistenza di Dio con la ragione, cioè con la filosofia. Però egli non cercò di dimostrare l'essenza di Dio, ma solamente (si fa per dire) la sua esistenza. Lo fece con due opere, una volta dimostrarla a posteriori, il Monologion, e una volta alla dimostrazione a priori, il Proslogion. La dimostrazione a posteriori si basa e parte dall'esperienza per poi arrivare a Dio, quindi dagli effetti alla causa. Essa si basa su quattro prove: 1. Nella realtà possiamo vedere diversi livelli di bene, così ci deve essere anche un sommo bene in base definisco poi gli altri livelli di bene. 2. In natura ci sono cose più o meno grandi, solo l'esistenza di una cosa sommamente grande ci permette di stabilire tra due cose quella più grande. 3. Quindi se tutti i beni sono tali in virtù del sommo bene e le cose grandi sono tali in virtù di una medesima grandezza, così tutto cioè che è, esiste in virtù di un unico ente. 4. Infine il sommo ente si presente come il sommo valore, poiché non si potrebbe che un ente vale più di un altro se non ci fosse questo sommo valore. La crítica di Gaunilone e Kant Questa prova verrà confutata dal monaco Gaunilone e da Kant; Gaunilone diceva che pensare un'isola perfetta non implica la sua esistenza. Kant diceva che pensare 100 talleri, moneta tedesca del 700, non significa possederli; e l'esistenza o la non esistenza dei 100 talleri non implicano sul suo valore. Quindi entrambi i filosofi sostenevano che, Anselmo d'Aosta, avesse compiuto l'errore di un passaggio illeggittimo dal piano logico a quello ontologico. Perciò ammesso di possedere il concetto di Dio come un 'essere perfettissimo', da ciò non può necessariamente dedursi la sua esistenza.