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13/12/2022
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Diabete Il diabete è una malattia cronica del metabolismo dei gliceridi, lipidi e proteine caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuta un deficit produttivo e funzionale dell'insulina endogena. Esistono diversi tipi di diabete e vengono classificati in: DIABETE MELLITO DI TIPO 1 È anche detto insulino-dipendente in quanto necessità di una terapia insulinica sostitutiva. Si manifesta quando le cellule Beta pancreatiche responsabili della secrezione di insulina sono quantitativamente ridotte. La riduzione delle cellule Beta pancreatiche comporta una diminuzione della produzione di insulina. Questa tipologia di diabete precedentemente era classificato come diabete giovanile in quanto colpisce prevalentemente i soggetti con un range di età basso. DIABETE MELLITO DI TIPO 2 È il più diffuso ed è anche detto insulino-resistente in quanto non necessita nei suoi primi stadi di una terapia con insulina esogena. È dovuto a una ridotta azione dell'insulina sui tessuti periferici. Questa forma di diabete in precedenza era chiamato diabete dell'adulto in quanto l'incidenza è maggiore intorno ai 40 anni di età ed è molto diffuso nelle persone anziane. DIABETE DI TIPO 3 Comprende specifici tipi di diabete causati da rari difetti genetici che alterano la funzionalità delle cellule che secernono l'insulina o dell'insulina stessa. DIABETE DI TIPO 4 Include le forme di diabete in gravidanza. DIABETE INSIPIDO Si ha quando non viene liberato l'ormone antidiuretico (ADH) e vi è una...
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grande produzione di urina. FORME DI DIABETE SECONDARIO Questa tipologia di diabete dovuta a malattia del pancreas (pancreatiti croniche) o alla secrezione di ormoni che hanno un effetto antagonista all'insulina (sindrome di Cushing). L'insulina L'insulina è un ormone di natura proteica secreto dal pancreas più precisamente dalle cellule Beta delle isole di langherans. Questo ormone consente al glucosio l'ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Il pancreas è una ghiandola mista composta dal 98% da una componente esocrina ed al 2% da una componente endocrina. La componente esocrina secerne enzimi digestivi a livello del lume del duodeno e partecipa ai processi digestivi a livello intestinale. La componente endocrina rappresentata dalle isole di langherans elabora e secerne gli ormoni che andranno nel circolo sanguigno. Le isole di langherans sono composte da quattro tipi di cellule: Cellule Alfa → secernono glucagone Cellule Beta → secernono insulina 1. Cellule Gamma → secernono Somatostatina (ormone inibizante sia della secrezione di insulina e glucagone che della sintesi dell'ormone della crescita ipofisario) Cellule PP secernono il peptide pancreatico (ormone che regola la secrezione esocrina del pancreas) L'insulina è formata da 2 catene polipeptidiche: Catena Alfa → formata da 21 aminoacidi Catena Beta → formata da 30 aminoacidi Le due catene sono tenute insieme da ponti disolfuro situati tra le cisteine dei due filamenti. Viene inizialmente sintetizzata in una forma chiamata preproinsulina: un peptide formato da 110 amminoacidi il quale presenta un terzo peptide chiamato peptide C formato da 35 amminoacidi e una parte amminoterminale formata da 24 aminoacidi. La preproinsulina viene tradotta nel reticolo endoplasmatico successivamente un enzima taglia i 24 aminoacidi amminoterminali e lascia la proinsulina la quale si piega consentendo la formazione dei legami disolfuro. 20 La proinsulina passa nelle vescicole dell'apparato di Golgi dove viene eliminato il peptide C formando così l'insulina attiva e matura che viene immagazzinata nelle cellule Beta. L'insulina viene immagazzinata nelle cellule Beta del pancreas e secreta nel flusso sanguigno sotto forma di esameri. L'azione dell'insulina sulle cellule è mediata dal legame dell'ormone con specifici recettori cellulari esposti sulla membrana. Il legame tra l'insulina e il recettore di membrana: Aumenta l'assorbimento del glucosio nelle cellule stimolando la sua diffusione attraverso specifiche proteine chiamate Carrier. Aumenta la sintesi di glicogeno stimolando l'attività dell'enzima che ne catalizza la formazione. ● ● Aumenta la sintesi di acidi grassi e la formazione di trigliceridi in quanto stimola le cellule del tessuto adiposo ad assumere ripresi presenti nel sangue inibisce le attività dell' enzima che catalizza la demolizione dei trigliceridi. Promuove il trasporto attivo di amminoacidi nelle cellule. Stimola gli enzimi coinvolti nell'utilizzo del glucosio e inibisce quelli coinvolti nella sua sintesi. ● Stimola l'assunzione di potassio da parte delle cellule. Favorisce il rilassamento delle pareti muscolari delle arterie aumentando così flusso sanguigno. Regolazione della secrezione di insulina La secrezione dell'insulina viene regolata secondo un meccanismo di feedback negativo in base alla concentrazione del glucosio presente nel sangue. L'aumento del glucosio stimola la secrezione dell'ormone. La diminuzione del glucosio → inibisce la secrezione dell'ormone. La concentrazione del glucosio nel sangue viene definita glicemia il suo valore è determinato dall'equilibrio tra la quantità di glucosio ingerita, assorbita o liberata in circolo dal fegato e quella assorbita a livello dei tessuti. Il valore normale della glicemia in un soggetto deve essere compreso tra 60 e 110 mg/dl. Se il valore della glicemia supera 110 si parla di iperglicemia. Se il valore della glicemia scende sotto i 60 si parla di ipoglicemia. Il glucagone viene prodotto dalle cellule Alfa del pancreas e ha un'azione iperglicemizzante. L'azione iperglicemizzante è derivata anche da altri ormoni quali l'adrenalina che stimola la glicogenolisi, l'ormone della crescita, gli ormoni tiroidei e i glucocorticoidi che diminuiscono l'utilizzazione del glucosio nel muscolo e nel grasso. L'insulina: Ha effetto ipoglicemizzante Favorisce la sintesi del glicogeno, dei grassi e delle proteine a livello dei vari tessuti Aumenta la permeabilità al glucosio delle membrane cellulari Patogenesi e Cenni clinici Il diabete è considerato una malattia multifattoriale. DIABETE DI TIPO 1 Sono coinvolti fattori genetici, immunitari e ambientali. La predisposizione genetica è conferita da geni situati nel braccio corto del cromosoma 6 quali controllano le risposte immunitarie. Il diabete di tipo 1 viene classificato come malattia autoimmune cioè dovuta una reazione immunitaria diretta contro l'organismo stesso. Tra i possibili fattori ambientali scatenanti la risposta immunitaria ritroviamo alcuni virus come il citomegalovirus e il virus della parotite. Nel diabete di tipo 1 il pancreas mostra infiltrazione linfocitaria e distruzione delle cellule che secernono insulina con conseguente iperglicemia e alterazione metabolica. DIABETE DI TIPO 2 Nel diabete di tipo 2 insulino resistente i tessuti non rispondono bene all'insulina. La resistenza all'insulina può essere dovuto a un difetto della funzione dei recettori di membrana delle cellule bersaglio con conseguente riduzione della penetrazione del glucosio nelle cellule. Tre fattori patogenetici noti si riconoscono: Ereditarietà Alimentazione ipercalorica Obesità ↳ Gli adipociti diventano sempre meno sensibili all'insulina e non riescono più a immagazzinare i trigliceridi i quali si depositeranno nel muscolo e nel fegato dove il loro accumulo risulta tossico. L'alterazione del metabolismo del glucosio Una deficienza della produzione dell'insulina porta una serie di alterazioni del metabolismo delle biomolecole e alterazione del ricambio idrico. Conseguenze del diabete: Iperglicemia Glicosuria Chetonemia ● Acidosi Poliuria ● Nel soggetto diabetico il glucosio viene rimosso dal sangue molto lentamente. Il pancreas in un primo tempo per compensare ridotto numero di recettori di membrana produce più insulina ma successivamente le cellule pancreatiche non riescono più a far fronte alla resistenza dei recettori e a mantenere la glicemia normale. SINDROME METABOLICA ● Comprende uno stadio di obesità viscerale, ipertensione arteriosa e iperlipidemia dovuti al insulino-resistenza. Si verifica anche l'aumento dei corpi chetonici cioè composti chimici che derivano dal metabolismo dei grassi in conseguenza di un eccesso di acetil-CoA nel fegato. I corpi chetonici successivamente vengono riversati nel sangue e giungono nei tessuti i quali li utilizzano per scopi energetici. Essi risultano dannosi se vengono accumulati in quanto generano bravi squilibri del pH ematico portando a una chetoacidosi che può causare anche la morte dell'individuo e sono l'acetone, l'acetoacetone e il beta-idrossibutirrato. Sintomatologia e complicanze Poliuria Polidipsia Polifagia Stanchezza e affaticamento Improvvisa perdita di peso Lenta cicatrizzazione delle ferite Infezioni ricorrenti Visione appannata Nei diabetici di tipo 2 spesso la sintomatologia è più difficile da riconoscere. Il diabete può determinare complicanze acute o croniche. L'eccessiva quantità di glucosio nel sangue determina l'aumento della viscosità del sangue con conseguente: Riduzione della quantità di ossigeno ceduta ai tessuti Riduzione dell'attività fagocitaria Riduzione della capacità dei processi proliferativi e rigenerativi dei tessuti Aumento dei processi aterosclerotici Queste alterazioni possono interessare piccoli e grandi vasi con compromissione di diversi organi e conseguenti patologie correlate. I pazienti con diabete hanno inoltre un'elevata tendenza a sviluppare infezioni solitamente batteriche o fungine i quali principali organi bersaglio sono cute, mucose orali e genitali e il tratto urinario. Diagnosi Il riconoscimento del diabete si basa su indagini diagnostiche che registrano i valori di glucosio nel sangue e nelle urine. Quindi indagini sulla glicemia e sulla glicosuria. Per la diagnosi del diabete mellito uno dei test è la curva da carico del glucosio chiamata OGTT. Consiste nel misurare la concentrazione di glucosio nel sangue prima e dopo la Somministrazione orale di 75 g di glucosio. Nel soggetto sano l'organismo produce insulina in modo che il glucosio non superi un livello soglia. Se il soggetto supera il livello soglia vuol dire che ha una ridotta tolleranza al glucosio quindi una carenza di insulina che potrebbe evolversi in diabete. Un altro parametro che può essere valutato per la diagnosi del diabete è l'emoglobina glicosilata la quale si forma quando il glucosio nel sangue si lega alla molecola di emoglobina dei globuli rossi. L'emoglobina glicosilata nei pazienti aventi il diabete risulta considerevolmente alta. La vita media dei globuli rossi è di circa 3 mesi e ne consegue che la quota di emoglobina legata al glucosio sarà proporzionale alla quantità di glucosio circolato in quel periodo di tempo. Con questa indagine quindi si ottiene una stima della glicemia media in tre mesi. Terapia La terapia farmacologica non ha la capacità di risolvere in modo definitivo la patologia ma ha come obiettivo principale quello di rallentare la progressione della malattia e prevenire le complicanze a livello degli organi. Tale terapia prevede inizialmente l'uso di farmaci orali ipoglicemizzanti che hanno la capacità di aumentare la produzione di insulina e successivamente l'uso di insulinosensibilizzanti che migliorano la risposta delle cellule all'insulina. Quando le terapie farmacologiche non sono sufficienti si interviene con una terapia insulinica integrativa cioè con la somministrazione di insulina esogena. Epidemiologia Più di 422 milioni di persone vivono con il diabete 212 milioni non sanno di averlo. Le classi economicamente socialmente svantaggiate sono le più colpite da questa patologia poiché Esse tendono ad avere maggior numero di comportamenti a rischio quali: Errata percezione dei rischi comportamentali: Maggiore stress psicosociale Scelta limitata nei consumi Accesso inadeguato alle cure all'educazione sanitaria ● Il diabete in Italia interessa circa il 5% della popolazione di cui il 5,2% è rappresentato dalle donne e il 4,5% dagli uomini per un totale di 3,2 milioni di persone. La prevalenza del diabete di tipo 1 e tra lo 0,4 e l'1%. La prevalenza del diabete di tipo 2 invece è molto più elevata e rappresenta circa 3 o 4% È in continua crescita a causa dell'aumento a livello globale dell'obesità e della sedentarietà. La prevalenza è più alta nel sud della penisola e nelle isole rispetto al centro-nord. Prevenzione PREVENZIONE PRIMARIA Diabete di tipo 1 → no Diabete di tipo 2 → educazione sanitaria PREVENZIONE SECONDARIA Screening → glicemia e glicosuria PREVENZIONE TERZIARIA Terapia insulinica e farmacologica