Il periodo tra il 1919 e il 1947 fu cruciale per ridefinire i confini europei e stabilire nuovi equilibri internazionali.
Il Trattato di Versailles 1919 rappresentò il principale accordo di pace che pose fine alla Prima Guerra Mondiale, ridisegnando la mappa dell'Europa. Il trattato impose severe condizioni alla Germania, incluse pesanti riparazioni di guerra e significative perdite territoriali. L'Italia, nonostante fosse tra le potenze vincitrici, si sentì delusa dalle decisioni prese durante la conferenza di pace, dando origine alla cosiddetta "vittoria mutilata". Questa frustrazione portò all'Impresa di Fiume guidata da Gabriele d'Annunzio, che nel settembre 1919 occupò la città con i suoi legionari, rivendicandone l'appartenenza all'Italia. L'occupazione si concluse con il Trattato di Rapallo del 1920, che stabilì la creazione dello Stato libero di Fiume.
Gli anni successivi videro la firma di altri importanti accordi internazionali, come il Trattato di Locarno del 1925, che cercò di garantire la pace in Europa occidentale. Il Trattato di Roma del 1924 risolse la questione di Fiume, annettendola definitivamente all'Italia. Tuttavia, fu il Trattato di pace del 1947 a ridefinire completamente la posizione dell'Italia nel dopoguerra, sancendo la perdita di numerosi territori, tra cui l'Istria e parte della Venezia Giulia. Questi accordi internazionali hanno profondamente influenzato la geografia politica europea e le relazioni tra stati, creando un nuovo ordine mondiale che, seppur con modifiche, ha caratterizzato gran parte del XX secolo.