L'occupazione di Fiume e il ruolo di Gabriele D'Annunzio
Il malcontento per l'esito del Trattato di Versailles sfociò in numerose manifestazioni, tra cui emerse la figura carismatica di Gabriele D'Annunzio. Nel settembre 1919, il poeta guidò l'impresa di Fiume, occupando la città con oltre 2500 legionari.
Example: L'impresa di Fiume di D'Annunzio rappresentò un momento emblematico del nazionalismo italiano post-bellico.
L'occupazione avvenne senza resistenza da parte delle truppe italiane presenti in città, mentre le forze alleate si ritirarono. Questa azione seguiva le richieste degli italiani di Fiume, che già dalla fine della guerra avevano istituito un Consiglio Nazionale e chiesto l'annessione all'Italia, richiesta respinta dagli alleati.
D'Annunzio si presentava come il rappresentante della "vera Italia", incarnando un'ideale di forza spirituale superiore. Durante l'occupazione, tentò di redigere una costituzione avanguardistica, la Carta del Carnaro, che includeva proposte innovative come l'uguaglianza tra i sessi.
Highlight: La Carta del Carnaro di D'Annunzio conteneva proposte visionarie per l'epoca, come l'uguaglianza di genere.
Tuttavia, la situazione a Fiume degenerò rapidamente in caos e violenza. Questa instabilità, unita all'incertezza del governo Nitti, portò al ritorno di Giolitti al potere. Nel 1920, Giolitti firmò il Trattato di Rapallo, che assegnava la Dalmazia alla Iugoslavia (eccetto Zara), l'Istria all'Italia, mentre Fiume diventava uno Stato libero e indipendente.
Quote: "Il Trattato di Rapallo era l'unica soluzione possibile" - Benito Mussolini, nonostante il suo disappunto per l'accordo.