VERGA + Opere

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 ROSSO MALPELO
Novella del 1878 pubblicata a puntate sui giornali con l'obiettivo di denunciare le condizioni disumane in cui erano costrett
 ROSSO MALPELO
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 ROSSO MALPELO
Novella del 1878 pubblicata a puntate sui giornali con l'obiettivo di denunciare le condizioni disumane in cui erano costrett
 ROSSO MALPELO
Novella del 1878 pubblicata a puntate sui giornali con l'obiettivo di denunciare le condizioni disumane in cui erano costrett

ROSSO MALPELO Novella del 1878 pubblicata a puntate sui giornali con l'obiettivo di denunciare le condizioni disumane in cui erano costretti a vivere e lavorare gli strati più bassi della società meridionale nel secondo ottocento. È la novella più importante della raccolta vita dei campi, e narra la storia di malpelo documentandola in modo oggettivo secondo la poetica del verismo italiano. La voce narrante infatti, è quella del popolo che interpreta negativamente qualsiasi comportamento del ragazzino. Ma il punto di vista dell'autore emerge comunque, facendo capire che è rosso non è così cattivo come afferma il narratore, grazie anche al DISCORSO INDIRETTO LIBERO (si hanno le espressioni di un personaggio come se fosse detto senza ver "disse che") si viene a creare così un divario tra il punto di vista esplicito del narratore con l'implicito dell'autore, ed è da con questo divario che nasce il PROCEDIMENTO DI STRANIAMENTO, utilizzato qui per la prima volta; questa tecnica consiste nel mostrare come strano un fenomeno normale, presentandolo da un'ottica diversa. questo costringe il lettore a soffermarsi a riflettere su tali fenomeni rompendo il suo intento di immedesimazione nella storia e portandolo così ad un atteggiamento critico altra tematica importante in questa novella è la violenza del più forte sul più deboli, E questa situazione non...

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Stefano S, utente iOS

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Susanna, utente iOS

Adoro questa app ❤️, la uso praticamente sempre quando studio.
Didascalia alternativa:

può essere cambiata poiché si ritrova anche in natura, essendoci infatti una scala naturale (come malpelo fa con l'asino.) L'unica persona che teneva lui era il padre che però morì all'interno della cava, in seguito a ciò mal pelo cambio atteggiamento diventa più violento e solitario. Con ranocchio, un ragazzino, mal pelo cerco di dare a lui la capacità di lottare e difendersi per la propria sopravvivenza, trattandolo ma lo stesso tempo provando compassione per lui aiutandolo nei lavori difficili e offrendogli da mangiare. Vi è una visione molto pessimista, lasciando poco spazio alla speranza o alle prospettive di un futuro più roseo derivante dalla consapevolezza dell'impossibilità di mutare il corso "naturale" delle cose: tutto dipende dalla condizione sociale sotto la quale si nasce. Malpelo arriva a vedere come unica possibilità di riscatto alla sofferenza umana la morte, accettando l'incarico di entrare nella cava alla scoperta di un passaggio che avrebbe fatto risparmiare tempo e lavoratori consapevole però della possibilità di perdere la propria vita. Viene risultato il sfruttamento minorile presente nella società di Verga. Nessuno conosce il suo nome di battesimo, pieno di pregiudizi. Divisione fra oppressori di malpelo (madre di rosso, sorella di rosso, padrone, sciancato, l'ingegnere) E oppressi come malpelo (madre di ranocchio, ranocchio, mastro misciu(padre), asino, evaso) La novella si divide in otto sequenze: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Descrizione di malpelo e giudizio della gente Flashback della morte del padre, unica persona che voleva bene a malpelo L'amicizia di malpelo con ranocchio Descrizione del rapporto tra malpelo e la sua famiglia Viene ritrovato il corpo del padre Morte dell'asino grigio Morte di ranocchio Morte di malpelo La struttura del racconto è prevalentemente a fabula, fatta eccezione per il flashback della morte del padre Il rapporto fra il tempo storico e tempo del racconto non corrisponde, infatti il tempo del racconto è minore al tempo della storia. La vicenda si svolge unicamente nella cava di arena dove lavora malpelo. I colori dominanti rosso e nero: il nero per la condizione misera di sfruttamento, il rosso rappresenta la sofferenza della vita. NARRATORE: il narratore si identifica nella voce corale, popolo PUNTO DI VISTA O FOCALIZZAZIONE: narratore onnisciente TECNICHE con le quali viene data la parola ai personaggi: indiretto libero USO DEL LESSICO QUOTIDIANO TEMI PRINCIPALI sfruttamento minorile, infanzia negata, i figli sono solo la forza lavoro, disumanizzazione a causa della società MALAVOGLIA- CICLO DEI VINTI I malavoglia viene pubblicato nel 1881, ed è il frutto di un lungo lavoro di progettazione e rappresenta la prima tappa di quello che doveva essere il ciclo dei vinti. (Malavoglia, mastro Don Gesualdo) In questo primo romanzo Verga parte dal livello sociale più basso e descrive la vita del villaggio di pescatori siciliani di Aci trezza nel 1863. Tempo storico: citati momenti storici (la leva dicembre 1863: i primo Jenny maschi erano portati via), (Battaglia di Lisa 1866) (epidemia di colera 1867) Tempo ciclico: citato calendario dei contadini Visione tra spazio geografico e spazio favoloso Stile: discorso diretto e indiretto libero, straniamento narrazione adottata dal basso (pensieri non coincidono con il pensiero dell'autore invisibile) Narra la storia della famiglia toscano, detti malavoglia, che vivono ad Arci Trezza, a Catania. Al contrario di quanto dice soprannome, era una famiglia molto laboriosa di pescatori che possedevano una casa detta "casa del nespolo" è una barca detta "la provvidenza”. Il capofamiglia, padron Ntoni, È il patriarca, saggio ed equilibrato, la sua filosofia consiste nell'accontentarsi di ciò che sia, restando fedeli alle proprie radici; suo figlio bastianazzo, sposato con Mariuzza detta la Longa con cui ha cinque figli: il giovane Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia PREFAZIONE AI MALAVOGLIA Quest'opera funge da prefazione all'intero "ciclo dei vinti" (che non fu mai conclusa, influenzato dal ciclo di opere di Zola protagonista per eccellenza del naturalismo francese da cui Verga trasse spunto), in cui descrive i VINTI di ogni classe sociale, a partire dei contadini e dei pescatori, per giungere fino all'aristocrazia. i vinti secondo la concezione verghiana sono tutti coloro che lottano per cambiare cambiare la loro condizione sociale ma non ci riescono poiché è impossibile, e se si rassegna servirebbero con maggiore serenità, collegandosi così all'ideale dell'ostrica. Nella prefazione ai malavoglia Verga dichiara gli intenti e chiarisce il proprio pensiero immobilista, ritenendo che l'uomo sia destinato ad essere vittima di se stesso e quindi non possa elevarsi.Verga vuole realizzare lo studio oggettivo della società. Il primo paragrafo è dedicato specificamente al primo romanzo del ciclo, i malavoglia. indicando il tema dell'equilibrio di un mondo tradizionale che viene rotto dall'insoddisfazione della propria condizione di vita. Nel secondo paragrafo Verga tratta di tutti i romanzi del ciclo in cui l'attenzione si concentra sulla "fiumana del progresso", cioè il processo di trasformazione della realtà economica e sociale, successiva all'unione italiana. Ciò che spinge questo processo è data dai bisogni dell'uomo, dalla lotta per l'esistenza al bisogno dei beni materiali, mettendo in risalto la concezione materialistica. il terzo paragrafo contiene invece le fondamentali prese di posizioni ideologiche dello scrittore di fronte al progresso. Verga esprime la sua ammirazione verso il progresso ripetendo le ideologie secondo cui l'individuo, perseguendo il suo interesse personale coopera in consapevolmente al benessere di tutti ma ne risalta anche gli aspetti negativi tra cui l'avidità, l'egoismo, i vizi, la meschinità... Per quanto riguarda lo stile narrativo, Verga usa un narratore esterno alla vicenda che parla in terza persona, poiché secondo la sua opinione il compito dello scrittore è solo quello di studiare e rappresentare le cose come stanno realmente senza giudicarle o esprimere la propria opinione. Vengono indicate chiaramente le caratteristiche del verismo che sono: Atteggiamento scientifico (questo racconto è lo studio sincero e spassionato) Impersonalità (che osserva questo spettacolo non hai il diritto di giudicarlo) (È già molto se riesce a trarsi un istante fuori... O come avrebbe dovuto essere) Ottica dal basso (la forma è così inerente al soggetto) Lotta per la vita mostrata ogni gradino della scala sociale Rappresentazione dal semplice al complesso (la misura che la sfera dell'azione umana si allarga, il congegno delle passioni da complicandosi) Pessimismo, lotta per l'esistenza (ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda... che saranno sorpassati domani) INIZIO DEI MALAVOGLIA La famiglia toscano, detti i malavoglia, vive ad Arci Trezza a Catania. la famiglia è composta da padron Ntoni il quale è il patriarca, che in qualche modo avvia la presentazione dei personaggi dal proprio punto di vista: tutte le persone del nucleo familiare vengono descritte associandole a una loro caratteristica psicologica o fisica, immobilizzando i personaggi nel loro ruolo. ● Padron 'Ntoni: Capo assoluto della famiglia che teneva le redini di tutto, a cui tutti devono rispetto ed obbedienza Bastianazzo: il figlio dall'aspetto grande grosso, obbediente in tutto nei confronti degli ordini del padre a tal punto che accettò di sposare Mariuzza La longa: la moglie, una buona donna di casa capace di tessere, salare le acciughe di fare figli 'Ntoni: piuttosto pigro, bighellone a quel nonno a volte ritirava qualche scappellotti e una pedata per non essersi comportato bene Luca, un ragazzo molto giudizioso Mena o Filomena: sempre a lavorare davanti al telaio e per questo era vista di buon occhio dalla comunità del tempo, caratterizzata dalla purezza di animo e di corpo soprannominata Sant'Agata come la martire patrono di Catania che simboleggia virtù domestiche Alessi, che somigliava nel fisico nel carattere al nonno ma ancora piccolo Lia O Rosalia: è ancora troppo piccola perché in famiglia la potessero giudicare Il nonno aveva l'abitudine parlando di ricorrere a dei modi di dire attraverso proverbi tra cui "gli uomini sono fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso il dito piccolo deve far da dito piccolo" definendo così come le dita della mano I membri della famiglia. Brano composto da due parti: nella prima (1-46) viene descritta la famiglia dei malavoglia, su cui primeggia la figura del patriarca.nella seconda parte (47-99) l'attenzione si sposta sul maggiore dei nipoti del capofamiglia, chiamato a svolgere il servizio militare in marina per cinque anni. ADDIO DI ‘NTONI E l'ultima pagina del romanzo, può dividere in due sezioni: la prima (1-13) comprende l'addio alla famiglia e al mare. la seconda (14-28) contiene la dolorosa meditazione di intoni sul proprio destino e il suo congedo dal paese, con gli abitanti che all'alba riprendono il lavoro e le costellazioni che lo vegliano dall'alto. Ntoni È appena uscito di prigione e ritorna torna ad Aci trezza dove incontra per l'ultima volta Alessi, non lo si riconosce più e lui stesso non ci sente più parte di questo mondo. I verbi di movimento ed azione vengono sempre descritti al passato remoto, È un tempo storico, esprime un'azione puntuale, sottolinea il passaggio dalla società contadina alla civiltà moderna, viceversa l'imperfetto viene usato quando il soggetto è costituito da elementi naturali o dal paese (ciclicità, consuetudine, natura) Il verbo cominciare nelle righe finali torna sette volte.questa ripetizione garanzia di stabilità, di continuità, di fedeltà alle origini, alle leggi naturali che si susseguono in modo ciclico.da ciò che Ntoni si sentirà escluso. Questa malinconia esprime il lutto di un distacco delle antiche radici.la solitudine è rispecchiata dal mare ed è rafforzata da due dettagli simbolici: tutti gli uscirono chiusi e il cane gli abbaiava dietro. Anche l'impallidire delle stelle, i rumori consueti del lavoro umano ricordano l'amarezza della separazione. In questo testo viene la tematica dell'esclusione.il progresso portato dalla modernità arriva a sfiorare anche Acitrezza e trascina via con sé in toni.nella vicenda del suo potere agonista Verga rappresenta realtà la propria storia di scrittore, costretto ad abbandonare la Sicilia e a trasferirsi a Milano nel cuore della modernità e a sentirsi emarginato. LA ROBA - NOVELLE RUSTICANI Nel 1883 vengono pubblicate le novelle rusticane in cui tutti personaggi verghiani appaiono dominati dalla roba e cioè dalla logica economica delle leggi dell'interesse e dell'egoismo. Vi sono concetti pessimistici e materialistici che vogliono svelare il meccanismo della lotta per la vita che agisce ad ogni gradino della scala sociale. Le novelle Rusticane raccolgono 12 novelle scritte fra il 1881 e il 1883. In queste novelle non vi più l'attenzione ai singoli personaggi bensì si sposta la dimensione collettiva analizzandone le dinamiche sociali ed economiche (nella roba no). Nella roba i protagonisti sono due solitari arrampicatori sociali I quali hanno interesse all'accumulazione della roba. La roba compare come settimo racconto delle novelle rusticana e può essere suddiviso in tre parti: la prima coincide con il primo capoverso (uno-30) In cui vi si alternano le domande di un viandante che guarda stupito la proprietà di Mazzarò e le risposte del liti ghiere che lo informa delle ricchezze del personaggio. la seconda (riga 31-129) racconta la storia di Mazzarò, che da contadino alle dipendenze di un barone si trasforma in grande proprietario terriero. la terza (130-140) contiene la conclusione del racconto, Giocata sul tema della vanità della roba di fronte alla morte. Può essere suddiviso anche in base al punto di vista del narratore: inizialmente del viandante, poi passerà al lettighiere. Il narratore è interno ed è complice poiché aderisce a pieno sul pensiero di Mazzaro facendo così prendere le distanze al lettore (attuando così l'effetto dello straniamento) Nella prima parte e all'inizio della seconda il tono è quello di una leggenda o di una fiaba popolare, scandito da moltissime ripetizioni tra cui quella della congiunzione "e" come nella riga 31-34 "Aveva accumulato tutta quella roba... Straccio di cappotto".. Le frasi si accumulano l'una accanto all'altra lo stesso modo delle terre comprate da Mazzaro. questo tono da leggenda tende ad attenuarsi nella seconda parte del testo per scomparire il tutto nella terza. L'approssimarsi della morte, a cui alludono le ultime righe, rende assurda la corsa per l'accumulazione. Vi è un giudizio dell'autore implicito per cui Mazzaro non si godrà l'esistenza a causa della vanità della roba. il rapporto del protagonista con la natura è del tutto economico, perché il terreno viene visto come sola proprietà agricola come segno di ricchezza. Però è un uomo molto furbo che grazie la sua intelligenza riesce ad accumulare molte proprietà.racconto inizia con la descrizione di tutte le sue terre, tutto ciò che si riesce a vedere è proprietà di Mazzaro. inizialmente era un bracciante l'unico suo pensiero e scoprire la roba, cioè la terra.egli esce nel suo intento, grazie alle sue doti intellettive, infatti riesce ad impossessarsi delle proprietà del suo ex padrone tranne di uno scudo che era presente davanti al portone. Egli riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva grazie la sua astuzia ed era così attaccato le sue terre che quando doveva pagare l'imposta fondiaria al re gli veniva la febbre. E in oltre non aveva nessun vizio, controllava sempre lavoratori e per me non era importante avere i soldi ma avere le terre.il suo rammarico più grande era l'avvicinarsi della vecchiaia la quale era reputavo un'ingiustizia, e per questo invidiava i giovani.addirittura egli voleva portare con sé la sua roba, conquistata con grande fatica dopo la morte.verga mette in evidenza la lotta per la vita: questa volta riguarda l'intelligenza, l'astuzia che rende succube i più stupidi.inoltre un altro aspetto importante è la disgregazione della famiglia infatti si perdono i valori tradizionali e prevale il meccanismo è il materialismo cioè il conquistare la roba.esempio di ciò è il fatto che la madre di Mazzaro gli era costata 12 denari, quindi l'aspetto affettivo scompare facendo diventare più importante è l'aspetto materiale.