Giovanni Verga utilizza il concetto di impersonalità nelle sue opere, come l'eclissazione dell'autore, che quindi non può intervenire, giudicare o dare il suo punto di vista. Questo perché, secondo lui, non ha il diritto di giudicare le situazioni rappresentate e la considera perciò la forma più adatta per esprimere la sua visione del mondo pessimistica. Verga vuole riprodurre la realtà così come è, lasciando che parli da sé. La letteratura non può contribuire a modificare la realtà, può solo avere la funzione di studiarla.
Nei "Malavoglia", i personaggi non vengono presentati direttamente, ma si arriva a conoscerli attraverso ciò che essi stessi fanno oppure attraverso ciò che gli altri dicono di loro. Se la voce narrante commenta i fatti, non lo fa secondo la visione colta dell'autore, ma quella elementare della collettività popolare, che non coglie le motivazioni vere (scientifiche) delle azioni ma le interpreta in modo superficiale e rozzo, ad esempio attraverso superstizioni, paradossi, proverbi, modi di dire.
I romanzi e le opere di Verga
I romanzi veristi di Verga ruotano intorno al progetto "il ciclo dei vinti" e utilizzano solo il toscano italiano, usano il dialetto solo per citare termini dialettali, isolandoli in corsivo. Gli uomini sono mossi dall'egoismo, dalla ricerca dell'utile, dall'interesse economico. Il ciclo dei vinti, composto di "I Malavoglia", "Mastro don Gesualdo", "La Duchessa di Leyra" e altri romanzi, traccia un quadro sociale, rappresentando la realtà più povera di tutte le classi sociali.
Verga vuole rappresentare la realtà più povera di tutte le classi sociali perché tutte a modo loro hanno il principio della lotta per la sopravvivenza, che Verga ricava dalle teorie di Darwin sull'evoluzione (Darwinismo sociale). Tutta la società, tutte le classi, sono dominate da conflitti di interessi, dove il più forte trionfa, schiacciando i più deboli. Perciò Verga prende come oggetto coloro che non della narrattione riescono a stare al passo: i vinti.
Analisi de "I Malavoglia"
"I Malavoglia" racconta le vicende di una famiglia di pescatori siciliani nell'anno successivo all'Unità d'Italia. La famiglia si chiamava "Toscano" e era soprannominata dal popolo "Malaveglia". Padron 'Ntoni è il capo famiglia e l'unità e l'economia familiare sono garantite dalla Casa del Nespolo e dal peschereccio chiamato "la Provvidenza". Una serie inarrestabile di sventure colpirà la famiglia, causando la rovina economica dei Malavoglia. Il nucleo famigliare è completamente distrutto e Padron 'Ntoni, ormai malato, si avvicina alla morte.
All'interno del testo si sviluppano due filoni narrativi: uno che segue le vicende del giovane 'Ntoni, che parte, torna e poi riparte per sempre; l'altro che segue invece la famiglia, in un "imperfetto" circolo in cui la situazione finale non è la stessa di quella di partenza, e così anche il tempo e lo spazio seguono due direttrici, circolare per il tempo e della Natura e delle stagioni per lo spazio.
In conclusione, Giovanni Verga utilizza la sua poetica per rappresentare le condizioni e le dinamiche della realtà socio-economica, concentrandosi sulla vita delle classi sociali più povere e sulle tematiche legate alla lotta per la sopravvivenza.
Fonti
- "I Malavoglia": riassunto breve e commento
- "I Malavoglia" e la dimensione economica
- "I Malavoglia riassunto DSA"
- "Il ciclo dei vinti schema"
- "Rosso Malpelo fa parte del ciclo dei vinti"
- "Ciclo dei vinti perché si chiama così"
- "Il ciclo dei vinti riassunto"
- "Il ciclo dei vinti temi PDF"
