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Sofisti Protagora Gorgia Socrate

4/12/2022

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La sofistica è l'ultima corrente filosofica prima di Socrate, che sarà l'iniziatore della filosofia occidentale.
Nella Grecia arcaic

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Sofisti La sofistica è l'ultima corrente filosofica prima di Socrate, che sarà l'iniziatore della filosofia occidentale. Nella Grecia arcaica il termine sofista (dal greco sophistes, sapiente) stava a simboleggiare un uomo saggio, cioè un maestro dalla vasta cultura generale. I sofisti a differenza dei presofisti non si basavano sui principi del cosmo ma bensì sull'essere e sui suoi comportamenti. Il loro sapere non era prettamente filosofico, bensì più superficiale: sapevano molte cose ma non approfondivano gli argomenti, non ricercavano la verità né il senso della vita → venivano chiamati "prostituiti della cultura". Dal punto di vista sociopolitico, la sofistica si sviluppa nell'Atene del V secolo a.C., con la crisi dell'aristocrazia e l'avvento della democrazia, durante il periodo dell'età dell'oro a cui si giungerà con Pericle. Famossissimo il suo discorso agli ateniesi, un'orazione funebre in onore dei concittadini caduti in battaglia, morti durante la guerra del Peloponneso. L'arte della parola assunse una grandissima importanza, perchè concedeva ai cittadini di far valere i propri diritti e la propria opinione personale, tra tutte quelle degli altri. Dunque i sofisti, i quali si ritenevano sapienti, insegnavano oltre alla grammatica anche la retorica. I caratteri della sofistica La sofistica viene definita come una sorta di Illuminismo greco, perchè la ragione e la razionalità sovrastano i miti, la religione e le credenze tradizionali. I...

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Didascalia alternativa:

sofisti riconoscono il valore formativo del sapere e perciò elaborarono il concetto di "paideia"→ termine che indica letteralmente l'educazione, e che significa fare scuola ai giovani. La cultura viene intesa non più come un insieme di conoscenze specialistiche, bensì come la formazione globale dell'individuo in base alla sfera sociale e al popolo a cui appartiene. La virtù non si acquisisce per nascita, ma con lo studio. I sofisti si suddividono in due generazioni: alla prima generazione appartengono sia Protagora che Gorgia, ed è una generazione più morale rispetto alla successiva. 2. quelli della seconda generazione, invece, sono più corrotti perchè insegnano agli allievi a manipolare la verità: a far sembrare falso ciò che è vero e vero ciò che è falso; perciò dalla seconda generazione in poi il termine sofista assume un'accezione negativa → anche oggi definire qualcuno sofista significa dire che è un bugiardo ma significa anche: artificioso, falso, truccato, come quando si parla di cibi sofistico. Protagora È il primo e più importante esponente della sofistica: Protagora di Abdera la cui fama si diffuse in tutta la Grecia in virtù del suo grande fascino intellettuale e della sua straordinaria eloquenza. Protagora nacque Abdera intorno al 490 a.C. Tra le sue opere ricordiamo i Ragionamenti demolitori e le Antilogie. Secondo lui "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono". Quindi per lui l'uomo è il criterio di giudizio delle cose le quali sono come a lui appaiono; solo in relazione all'uomo le cose sono ed hanno un senso. "Non esistono verità assolute, ma esistono verità relative". non esiste una legge naturale ed universale che stabilisca cosa è vero/falso, cos'è bene/male, cosa è giusto/ingiusto, cosa è bello/brutto. Ogni uomo la sua sensibilità e le sue abitudini, ogni popolo ha i suoi usi e i suoi costumi, le sue credenze e le sue divinità, la propria religiosità. ~ L'umanità ha il suo modo di conoscere e di giudicare. Se per me una cosa può essere sbagliata per gli altri può essere giusta e viceversa Gorgia Gorgia di Lentini nacque nel 485 in Sicilia e morì a 109 anni a Larissa. Presenta una dottrina più negativa circa le possibilità conoscitive e pratiche dell'uomo. Egli stabilisce tre tesi fondamentali: - Nulla c'è. - Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile. - Anche se fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri. Quando Gorgia afferma che nulla esiste, non intende “far sparire” la realtà percepita attraverso i sensi, bensì negare l'esistenza del principio ricercato dai presofisti. Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile, perché per conoscerla la nostra mente dovrebbe essere una fotografia esatta della realtà. Ma non lo è, perchè il pensiero non rispecchia la realtà oppure, viceversa, la realtà non si rispecchia nel pensiero. Ma anche se la realtà fosse conoscibile, essa non sarebbe comunicabile, perchè il linguaggio è soggettivo. Queste tesi assumono maggiore verità se riferite a Dio: - o non c'è (si parla quindi di ateismo); - o è inconoscibile (si parla quindi di scetticismo o agnosticismo metafisico e teologico - teoria secondo cui l'uomo non ha gli strumenti adeguati per affermare l'esistenza o la non esistenza di un Dio). D'altronde quello dello scetticismo e dell'agnosticismo metafisico è uno dei messaggi più importanti di Gorgia: dimostra completa sfiducia di fronte alle possibilità conoscitive della nostra mente. Infatti il sapere e il linguaggio perdono ogni valore (scetticismo gnoseologico). Quindi, se nulla è vero vuol dire per Gorgia che "tutto è falso". Mentre Protagora accettava come unico criterio di verità l'utile, Gorgia non accetta nessun criterio. L'unica cosa che per Gorgia conta è la potenza del linguaggio, che permette il dominio degli stati d'animo, in quanto "riesce a calmare la paura e ad eliminare il dolore, a suscitare la gioia e ad aumentare la pietà”. Un altro aspetto importante è la concezione tragica del reale. Gorgia ritiene che l'esistenza sia qualcosa di irrazionale e misterioso, infatti per Gorgia le azioni degli uomini non sono dettate dalla logica e dalla verità, ma dalle circostanze, dalla menzogna, dalle passioni o da un destino ignoto. -Socrate- Socrate nacque ad Atene nel 470-469 a.C., Il padre era scultore mentre la madre ostetrica. Studiò probabilmente geometria e astronomia, partecipò alle battaglie di Potidea, Delio e Anfipoli. Tornato dalle guerre si avvicina alla filosofia (e intese essa come un esame incessante di se stessi e degli altri), Al contrario Dei sofisti che amavano viaggiare scoprire nuovi luoghi e anche fare filosofia in luoghi diversi Socrate era molto fedele alla sua città, e per questo preferiva rimanere in mezzo ai suoi concittadini e discutere dei problemi più importanti del momento esercitando su di loro l'arte della maieutica. Socrate si tenne lontano dalla vita politica anche se la sua filosofia ebbe dei riflessi politici, infatti Socrate esercitò una fortissima influenza sul popolo, e quest'influenza fece paura allo Stato, e nel 399 a.C. venne accusato di "corrompere i giovani" e di non onorare gli dei cittadini, e lo condannarono a morte. Non scrisse mai nulla e non fu un fatto casuale ma fu perché ritenne che la ricerca filosofica non poteva essere continuata dopo di lui da uno scritto. Per Socrate nessun testo scritto poteva suscitare e dirigere il filosofare. Per lui la filosofia era un continuo esame di se stessi e degli altri, cosa che era difficile da trasferire in uno scritto. Se conosciamo Socrate é grazie ad altri importanti filosofi come Platone Che fece di Socrate il protagonista della maggior parte dei suoi dialoghi. Lui ricerca l'uomo e non il cosmo, afferma che soltanto chi sa di non sapere cerca di sapere e chi si crede in possesso della verità non sente il bisogno di cercarla, in quanto l'essere umano non può sapere tutto perché ci sarà sempre qualcuno che sa qualcosa che lui non conosce, e che solo Dio è sapiente. Il metodo usato da Socrate è il dialogo cioè il confronto con qualcuno attraverso la parola. MAIEUTICA: Il lavoro della mamma ovvero l'ostetrica aiuta molto Socrate nella sua filosofia, in quanto la maieutica è l'arte di far partorire, e Socrate aiutava le persone a far partorire la propria prospettiva sulle cose. Lui insegna che siamo noi a tirar fuori le nostre idee con la forza e la volontà. L'IRONIA: "L'ironia rende l'altro consapevole della sua ignoranza tramite il dubbio." La parola ironia deriva dal greco e significa " simulazione o dissimulazione", e consiste in una finzione dove i giochi di parole insinuano nell'interlocutore il dubbio è la riflessione. Lui usava questo metodo: iniziava prima a complimentarsi con il proprio interlocutore per le proprie conoscenze e terminato l'argomento lo inondava di domande fino a che l'interlocutore non riusciva a rispondere ad alcuni quesiti e cadeva nel dubbio, si faceva delle domande e si poneva soprattutto la domanda focale: “So tutto sul'argomento?" Infatti Socrate diceva "Io più di chiunque altro dubbioso faccio si che anche gli altri siano dubbiosi". L'obiettivo quindi di Socrate era proprio quello di far cadere la presunzione dell'essere umano per giungere alla consapevolezza della propria ignoranza, e voleva invogliare le persone a ricercare la verità e non fermarsi mai in questa ricerca che dura tutta la vita. IL DEMONE Il demone secondo Socrate è una voce interiore che lo guida impedendogli di compiere azioni non conformi al bene. LA MORTE DI SOCRATE La morte di Socrate riveste un significato ideale, perché testimonia la fedeltà di se stesso e dei propri principi teorici. Sacrifica se stesso per un rispetto delle leggi.