Giacomo Leopardi: Una vita di solitudine e studio
Immagina di essere intrappolato in una piccola città di provincia, circondato solo da libri e incomprensioni familiari. Questo era il mondo di Giacomo Leopardi, nato nel 1798 a Recanati, nelle Marche, da una famiglia aristocratica molto severa.
La famiglia soffocava ogni suo desiderio di libertà, così Giacomo si rifugiò negli studi. Passava intere giornate nella biblioteca del padre, in quello che lui stesso chiamava "studio matto e disperatissimo". Questo studio eccessivo peggiorò la sua malformazione alla spina dorsale.
Nel 1822 riuscì finalmente a viaggiare per la prima volta a Roma, ma fu costretto a tornare a casa. Qui visse i momenti più dolorosi della sua vita, durante i quali scrisse le sue poesie più belle e struggenti. Morì a Napoli nel 1837, aveva solo 39 anni.
Il pensiero di Leopardi si evolve in quattro fasi del pessimismo: individuale (solo lui è infelice), storico (l'uomo moderno ha perso la felicità primitiva), cosmico (la natura è matrigna e inganna tutti) ed eroico (bisogna resistere insieme agli altri alla sofferenza).
💡 Ricorda: Leopardi non era solo un poeta triste! La sua evoluzione di pensiero mostra come sia passato dalla disperazione personale a una visione di solidarietà umana.